Per una bizzarra coincidenza, quest’anno, la Giornata europea della Vita Indipendente cade proprio nel periodo in cui si discute l’allentamento di quelle misure che hanno costretto tutti a rimanere nelle proprie case per contenere il diffondersi del contagio da Coronavirus. Un’epidemia che ha creato un allarme mondiale senza precedenti e che continua tuttora ad infondere in tutti noi paura ed incertezza per come sarà la nostra vita quotidiana in futuro, riscoprendoci molto più fragili di quanto potessimo pensare, impedendoci di muoverci liberamente, limitando fortemente le nostre abitudini, facendoci diventare, insomma, tutti un po’ disabili. Dovremmo finalmente riflettere su questo poiché, nonostante tutto, è una formidabile occasione per comprendere cosa significa quella che è la normalità di tutti i giorni per una persona disabile non autosufficiente: sentirsi isolata ed esclusa dalla partecipazione alla vita pubblica non tanto per la propria condizione ma, soprattutto, per la carenza/assenza di sostegni assistenziali idonei. Il prossimo 5 maggio le organizzazioni che fanno parte dell’ENIL celebreranno questa Giornata scandendo a gran voce la parola LIBERTY (parola piuttosto cara alla nostra piccola Repubblica), volendo sensibilizzare sul fatto che le persone disabili che vivono in istituzioni, case di gruppo o case di cura o isolate a casa senza il supporto di cui hanno bisogno per vivere in modo indipendente, sono spesso private della loro libertà. I nostri appelli affinché sia effettivamente garantita la Vita Indipendente e le nostre esortazioni per istituire la figura dell’Assistente Personale autogestito e liberamente scelto, si sono sempre regolarmente infrante contro il muro della burocrazia e della poca convinzione dei Governi sin qui succeduti. Rivolgiamo dunque l’invito anche a questo Governo ad adoperarsi in modo tangibile perché taluni Diritti, come quello alla Vita Indipendente delle persone con disabilità, siano effettivamente praticati e garantiti anche a San Marino. I mantra “nessuno rimarrà indietro, “nessuno sarà lasciato solo”, “andrà tutto bene”, ecc. sono rassicurazioni che, per chi come loro vive senza strumenti adeguati per sopravvivere al meglio, in assenza di azioni concrete coerenti e conseguenti, rischiano di rimanere parole al vento. Per fare in modo che la vita delle persone con gravi disabilità possa effettivamente cambiare in termini di qualità, potendo usufruire di occasioni espressive e sociali per realizzarsi e per sentirsi integralmente cittadini di questa Repubblica, occorrono risposte efficaci, più umane e moderne, altrimenti il loro “lockdown” rimarrà tale e quale come lo è sempre stato.
c.s. Attiva-Mente