Evviva la coerenza! Prima, nel dibattito in seduta segreta, interventi alla camomilla ed espressioni di vicinanza umana a tu per tu al Segretario Arzilli, poi l’annuncio della mozione di sfiducia. I ‘Giano bifronte’ della nuova politica brandiscono l’arma della mozione in nome di quella coerenza di cui però purtroppo loro non sono capaci.
Non fu Rete, in un comunicato del 9 novembre, a scrivere “non è nostra intenzione chiedere al Segretario di dimettersi”? E cosa dire di un esponente di Civico 10 che in una recentissima intervista a mezzo stampa ha dichiarato “Il Segretario all’Industria e Commercio credo sia persona capace di valutare l’opportunità di proseguire la sua attività in quel ruolo con serenità e al di sopra di ogni sospetto”? Per non parlare della pantomima della seduta segreta, di chi urlava e sbraitava la propria contrarietà e poi, quando c’è stata la possibilità di renderla pubblica, ha votato perché la seduta rimanesse segreta
Ora chi invoca le dimissioni del Segretario Arzilli lo fa urlando lo slogan 'due pesi due misure', riferendosi al caso simile di Exit nel 2010 e chiedendo la revoca della licenza alla società al centro del 'casoTV7'. Ma si dimenticano di specificare che la revoca della licenza nel caso Exit arrivo più di due anni dopo la trasmissione incriminata, dopo due rogatorie, dopo che la Magistratura ottenne il video integrale, lo guardò tutto e formulò le proprie considerazioni. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e ai presentatori della mozione – che di solito invocano il ruolo super partes della magistratura - questo particolare non interessa proprio.
Dimenticano anche che il segretario Arzilli, a dimostrazione della sua correttezza e imparzialità, ha messo nelle mani del Congresso di Stato ogni atto e ogni decisione sulla vicenda e ha dichiarato che non parteciperà alle discussioni in merito, affinché la questione venga gestita con serenità ed equilibrio.
E allora mozione sia, ma subito: la pretesa di presentarla in prossimità dell’Ufficio di presidenza per non impegnare il Consiglio in una sessione straordinaria è fumo negli occhi. Perché non l'hanno presentata subito, risparmiando così il ripetersi del dibattito appena concluso?
La ‘minaccia’ della mozione da discutere tra un mese inoltre, di fatto congela l’attività di una Segreteria di Stato: con quale spirito è possibile mandare avanti i progetti con l’ombra della richiesta di sfiducia?
E allora ribadiamo la nostra posizione: vogliono presentare la mozione? Bene, ma la devono presentare domani mattina, altrimenti risulta evidentemente una manovra politica calcolata al millimetro, di quelle manovre tipiche della ‘vecchia politica’ che dicono tanto di voler combattere.
Non fu Rete, in un comunicato del 9 novembre, a scrivere “non è nostra intenzione chiedere al Segretario di dimettersi”? E cosa dire di un esponente di Civico 10 che in una recentissima intervista a mezzo stampa ha dichiarato “Il Segretario all’Industria e Commercio credo sia persona capace di valutare l’opportunità di proseguire la sua attività in quel ruolo con serenità e al di sopra di ogni sospetto”? Per non parlare della pantomima della seduta segreta, di chi urlava e sbraitava la propria contrarietà e poi, quando c’è stata la possibilità di renderla pubblica, ha votato perché la seduta rimanesse segreta
Ora chi invoca le dimissioni del Segretario Arzilli lo fa urlando lo slogan 'due pesi due misure', riferendosi al caso simile di Exit nel 2010 e chiedendo la revoca della licenza alla società al centro del 'casoTV7'. Ma si dimenticano di specificare che la revoca della licenza nel caso Exit arrivo più di due anni dopo la trasmissione incriminata, dopo due rogatorie, dopo che la Magistratura ottenne il video integrale, lo guardò tutto e formulò le proprie considerazioni. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e ai presentatori della mozione – che di solito invocano il ruolo super partes della magistratura - questo particolare non interessa proprio.
Dimenticano anche che il segretario Arzilli, a dimostrazione della sua correttezza e imparzialità, ha messo nelle mani del Congresso di Stato ogni atto e ogni decisione sulla vicenda e ha dichiarato che non parteciperà alle discussioni in merito, affinché la questione venga gestita con serenità ed equilibrio.
E allora mozione sia, ma subito: la pretesa di presentarla in prossimità dell’Ufficio di presidenza per non impegnare il Consiglio in una sessione straordinaria è fumo negli occhi. Perché non l'hanno presentata subito, risparmiando così il ripetersi del dibattito appena concluso?
La ‘minaccia’ della mozione da discutere tra un mese inoltre, di fatto congela l’attività di una Segreteria di Stato: con quale spirito è possibile mandare avanti i progetti con l’ombra della richiesta di sfiducia?
E allora ribadiamo la nostra posizione: vogliono presentare la mozione? Bene, ma la devono presentare domani mattina, altrimenti risulta evidentemente una manovra politica calcolata al millimetro, di quelle manovre tipiche della ‘vecchia politica’ che dicono tanto di voler combattere.
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