Ci si chiede sempre quali siano le necessità delle aziende sammarinesi, in questi momenti di crisi. Ma se queste venissero ignorate perché è più “elettoralmente” rilevante richiamare l’attenzione su nuovi investimenti, nuovi posti di lavoro… quindi su nuove aziende?
Parrebbe proprio così valutando il caso che ci è stato reso noto, in occasione di una recente serata di incontro con i cittadini, successivamente agli scambi intercorsi con la rispettiva Segreteria di Stato con delega alle TLC.
Partiamo dal principio: Passepartout, società presente da oltre 25 anni nel mercato del software gestionale, ha la propria sede nella Repubblica di San Marino e conta circa 150 dipendenti, tra i quali diversi giovani formati direttamente in azienda.
Un’azienda come Passepartout, che si occupa di software e che ha realizzato un sistema gestionale “cloud-based”, utilizzato quotidianamente da migliaia di utenti, necessita di infrastrutture di rete particolarmente efficienti. La realtà sammarinese non sarebbe sufficiente a garantire l'efficienza e l'affidabilità del sistema gestionale in questione.
A causa di questo, nonostante la continua evoluzione e la costante innovazione interna, l'azienda rischia di non riuscire a soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti.
Non per difetti aziendali, processi errati o personale inefficiente. Semplicemente per l’impossibilità di rivolgersi ad un mercato più maturo in termini di TLC, in questo caso quello italiano, per richiedere una banda internet più "larga". Quello che serve all’Azienda è la cosiddetta "ridondanza", ossia la possibilità di avere a disposizione più connessioni in parallelo che possano garantire continuità di servizio, nel caso di fault di una di esse, o necessità di maggiore banda, che da una parte renderebbe più sicuro il servizio offerto da Passepartout e dall'altra garantirebbe più velocità per gli utenti che ne usufruiscono.
Nonostante le evidenze che sarebbero state fornite nelle richieste presentate a più riprese per trovare soluzioni alternative fuori territorio, il Governo avrebbe nicchiato fino ad oggi, con una superficialità assolutamente incomprensibile.
Se questa segnalazione fosse verificata, ciò che sconforterebbe, non solo la Passepartout, sarebbe la presenza costante di “due pesi e due misure” adottati in tema di supporto agli investimenti.
Le Segreterie di Stato si adoperano infatti alacremente al fine di attirare nuovi imprenditori, fornendo loro tutto quanto richiesto in termini di terreni, incentivi fiscali, normative ad hoc. Tutto questo, pare, lasciando le aziende già presenti in territorio, quelle che i posti di lavoro non li promettono ma li creano tutti i giorni, a sobbarcarsi tutte le inadempienze ed inefficienze di un sistema poco concorrenziale come il nostro.
Abbiamo sempre evidenziato e combattuto la discrezione del Congresso di Stato, lo faremo ancora di più qualora questa discrezione prevedrà di stendere tappetti rossi alle nuove aziende e gettare pesci in faccia a quelle già in territorio.
Un suggerimento (ironico) a Passepartout: promettete l’assunzione di 100 nuovi dipendenti. Il giorno successivo avrete la fila dei Segretari alla porta!
Parrebbe proprio così valutando il caso che ci è stato reso noto, in occasione di una recente serata di incontro con i cittadini, successivamente agli scambi intercorsi con la rispettiva Segreteria di Stato con delega alle TLC.
Partiamo dal principio: Passepartout, società presente da oltre 25 anni nel mercato del software gestionale, ha la propria sede nella Repubblica di San Marino e conta circa 150 dipendenti, tra i quali diversi giovani formati direttamente in azienda.
Un’azienda come Passepartout, che si occupa di software e che ha realizzato un sistema gestionale “cloud-based”, utilizzato quotidianamente da migliaia di utenti, necessita di infrastrutture di rete particolarmente efficienti. La realtà sammarinese non sarebbe sufficiente a garantire l'efficienza e l'affidabilità del sistema gestionale in questione.
A causa di questo, nonostante la continua evoluzione e la costante innovazione interna, l'azienda rischia di non riuscire a soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti.
Non per difetti aziendali, processi errati o personale inefficiente. Semplicemente per l’impossibilità di rivolgersi ad un mercato più maturo in termini di TLC, in questo caso quello italiano, per richiedere una banda internet più "larga". Quello che serve all’Azienda è la cosiddetta "ridondanza", ossia la possibilità di avere a disposizione più connessioni in parallelo che possano garantire continuità di servizio, nel caso di fault di una di esse, o necessità di maggiore banda, che da una parte renderebbe più sicuro il servizio offerto da Passepartout e dall'altra garantirebbe più velocità per gli utenti che ne usufruiscono.
Nonostante le evidenze che sarebbero state fornite nelle richieste presentate a più riprese per trovare soluzioni alternative fuori territorio, il Governo avrebbe nicchiato fino ad oggi, con una superficialità assolutamente incomprensibile.
Se questa segnalazione fosse verificata, ciò che sconforterebbe, non solo la Passepartout, sarebbe la presenza costante di “due pesi e due misure” adottati in tema di supporto agli investimenti.
Le Segreterie di Stato si adoperano infatti alacremente al fine di attirare nuovi imprenditori, fornendo loro tutto quanto richiesto in termini di terreni, incentivi fiscali, normative ad hoc. Tutto questo, pare, lasciando le aziende già presenti in territorio, quelle che i posti di lavoro non li promettono ma li creano tutti i giorni, a sobbarcarsi tutte le inadempienze ed inefficienze di un sistema poco concorrenziale come il nostro.
Abbiamo sempre evidenziato e combattuto la discrezione del Congresso di Stato, lo faremo ancora di più qualora questa discrezione prevedrà di stendere tappetti rossi alle nuove aziende e gettare pesci in faccia a quelle già in territorio.
Un suggerimento (ironico) a Passepartout: promettete l’assunzione di 100 nuovi dipendenti. Il giorno successivo avrete la fila dei Segretari alla porta!
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