“Vogliamo introdurre norme trasparenti sulla rappresentatività per salvaguardare il nostro modello contrattuale solidaristico e sociale, ed evitare derive corporative ed egoistiche”. È un vero e proprio grido di battaglia quello lanciato dalla CSU durante la serata pubblica di mercoledì a Domagnano.
Il primo ad intervenire è stato il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini. "Con la validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali, tutti i lavoratori di un determinato settore hanno diritto agli stessi trattamenti. Dato che si firmano contratti validi come legge, deve necessariamente valere il principio della maggiore rappresentatività. Come possono sigle sindacali o datoriali che rappresentano pochi lavoratori o aziende, sottoscrivere contratti che valgono per tutti i lavoratori e che sono equiparati a leggi dello Stato?
Chi firma contratti, oltre ad essere maggiormente rappresentativo, deve avere iscrizioni reali e verificabili, dimostrate dal versamento di una quota di servizio. È assolutamente falso affermare che il progetto di legge sulla rappresentatività andrebbe a intaccare la libertà di associazione sindacale, come ci ha confermato anche l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, da noi incontrata. Il progetto di legge, che sarà avviato in questo mese all'iter consiliare, deve essere approvato per portare chiarezza e trasparenza. L'alternativa è il caos, la frammentazione e la rottura del nostro modello solidaristico".
Giorgio Felici, Segretario FLIA-CDLS: “Mettere in discussione il valore del contratto collettivo, ovvero diritti contrattuali uguali per tutti i lavoratori dello stesso settore, significa dare una spallata a oltre 50anni di battaglie e sacrifici fatte dal movimento sindacale. La contrattazione collettiva, basata sulla validità erga ormes dei contratti, è una fondamentale conquista storica per la nostra Repubblica, che ha permesso nel corso degli anni di costruire un modello solidaristico e sociale unico al mondo, al punto da essere studiato a livello europeo. Chi pensa, in un territorio piccolo come il nostro, di azzerare la contrattazione collettiva per sostituirla con la contrattazione aziendale apre la strada a una frammentazione ingestibile, a un modello egoistico e corporativo dove chi è più forte ottiene di più e chi è più debole si arrangia. Ebbene, noi non ci stiamo: solidarietà, coesione sociale e diritti contrattuali uguali per tutti rappresentano la stella polare della nostra storia e restano valori attuali e concreti in questa periodo di crisi durissima. Valori che difenderemo con grande determinazione”.
La contrattazione di secondo livello, andrebbe a premiare solo i dipendenti delle aziende più forti, a scapito dei lavoratori delle aziende più piccole, con minore capacità negoziale. I numeri (esposti dal Segretario FULI-CSdL Enzo Merlini) sono molto chiari: su un totale di 2.338 le imprese con almeno un occupato, quelle del settore privato che hanno più di 50 dipendenti, in realtà sono solo 34 (1,5% del totale). La stragrande maggioranza delle imprese con dipendenti, ben 2078, hanno un massimo di 9 lavoratori occupati. Cancellare il contratto nazionale con validità erga omnes per sostituirlo con la contrattazione aziendale, significherebbe creare uno scenario caotico, ingestibile e frammentato, che determinerebbe profonde disparità di trattamento e non darebbe nessuna certezza ai nuovi imprenditori interessati a investire a San Marino.
Gilberto Piermattei, Vice Segretario CSdL: "Lo scopo dei contratti collettivi è di portare tutti i lavoratori alle stesse condizioni, tutelando i più deboli e senza lasciare nessuno indietro. Noi non ci rendiamo conto, ma in Europa ci sono tante differenziazioni e disparità di trattamento, a livello sia retributivo che dei diritti: tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra lavoratori residenti e quelli forensi, ecc.. Il Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati ha votato un ordine del giorno che afferma la centralità dei contratti collettivi nazionale quale elemento portante per dare pari dignità e uguale trattamento tra tutti i lavoratori."
Enzo Merlini, Segretario FULI-CSdL: "La contrattazione di secondo livello che intendono altre sigle, di fatto è quella al ribasso; la stessa OSLA ha affermato che quando le aziende vanno male, devono poter offrire di meno ai lavoratori sia in termini normativi che economici. Con la firma di accordi da parte delle associazioni meno rappresentative, si sta gettando il seme della distruzione della contrattazione collettiva nazionale. E poi un sindacato che non ha iscritti reali, ovvero lavoratori che hanno espresso chiaramente la volontà di aderire a quel sindacato, dato che il terzo sindacato considera iscritti chi ha messo una semplice firma per qualunque motivo, come può firmare contratti con validità erga omnes? Prima che ci smontino il contratto, noi lo difenderemo strenuamente!"
Marco Tura, Segretario Generale CDLS: “Non molleremo di un millimetro nella difesa del valore più grande per il mondo del lavoro, ossia il valore della solidarietà. La conferma arriva dai referendum nelle fabbriche dedicate al contratto e alla rappresentatività, dove emergono dati sbalorditivi a sostegno di una contrattazione capace di estendere diritti e tutele per tutti. Gli attacchi polemici al valore erga omnes del contratto collettivo e a un sistema di regole chiare e definitive che misuri il reale peso delle organizzazioni sindacali e sociali, sono incomprensibili. Noi non siamo contro qualcuno ma ci batteremo fino in fondo per evitare il rischio della frammentazione e della confusione contrattuale. Il rischio che la firma di più accordi contrattuali in uno stesso settore consegni al Tribunale il ruolo improprio di decidere quali capitoli di questo o quel contratto hanno valore erga omnes. Incalzeremo governo e forze politiche per avviare l’iter parlamentare sulla rappresentatività, cioè sulla necessità di dotarci di regole certe, trasparenti e democratiche capaci di far crescere tutti i protagonisti della scena sociale, nessuno escluso. E contrasteremo senza esitazione i tentativi di chi vuole smantellare le garanzie di solidarietà e di equità garantite dal contratto collettivo. Su questo non molleremo di un millimetro; chi lavora in un’azienda di dieci dipendenti ha gli stessi diritti chi lavora in un’azienda di trecento.”
Comunicato stampa CSU
Il primo ad intervenire è stato il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini. "Con la validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali, tutti i lavoratori di un determinato settore hanno diritto agli stessi trattamenti. Dato che si firmano contratti validi come legge, deve necessariamente valere il principio della maggiore rappresentatività. Come possono sigle sindacali o datoriali che rappresentano pochi lavoratori o aziende, sottoscrivere contratti che valgono per tutti i lavoratori e che sono equiparati a leggi dello Stato?
Chi firma contratti, oltre ad essere maggiormente rappresentativo, deve avere iscrizioni reali e verificabili, dimostrate dal versamento di una quota di servizio. È assolutamente falso affermare che il progetto di legge sulla rappresentatività andrebbe a intaccare la libertà di associazione sindacale, come ci ha confermato anche l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, da noi incontrata. Il progetto di legge, che sarà avviato in questo mese all'iter consiliare, deve essere approvato per portare chiarezza e trasparenza. L'alternativa è il caos, la frammentazione e la rottura del nostro modello solidaristico".
Giorgio Felici, Segretario FLIA-CDLS: “Mettere in discussione il valore del contratto collettivo, ovvero diritti contrattuali uguali per tutti i lavoratori dello stesso settore, significa dare una spallata a oltre 50anni di battaglie e sacrifici fatte dal movimento sindacale. La contrattazione collettiva, basata sulla validità erga ormes dei contratti, è una fondamentale conquista storica per la nostra Repubblica, che ha permesso nel corso degli anni di costruire un modello solidaristico e sociale unico al mondo, al punto da essere studiato a livello europeo. Chi pensa, in un territorio piccolo come il nostro, di azzerare la contrattazione collettiva per sostituirla con la contrattazione aziendale apre la strada a una frammentazione ingestibile, a un modello egoistico e corporativo dove chi è più forte ottiene di più e chi è più debole si arrangia. Ebbene, noi non ci stiamo: solidarietà, coesione sociale e diritti contrattuali uguali per tutti rappresentano la stella polare della nostra storia e restano valori attuali e concreti in questa periodo di crisi durissima. Valori che difenderemo con grande determinazione”.
La contrattazione di secondo livello, andrebbe a premiare solo i dipendenti delle aziende più forti, a scapito dei lavoratori delle aziende più piccole, con minore capacità negoziale. I numeri (esposti dal Segretario FULI-CSdL Enzo Merlini) sono molto chiari: su un totale di 2.338 le imprese con almeno un occupato, quelle del settore privato che hanno più di 50 dipendenti, in realtà sono solo 34 (1,5% del totale). La stragrande maggioranza delle imprese con dipendenti, ben 2078, hanno un massimo di 9 lavoratori occupati. Cancellare il contratto nazionale con validità erga omnes per sostituirlo con la contrattazione aziendale, significherebbe creare uno scenario caotico, ingestibile e frammentato, che determinerebbe profonde disparità di trattamento e non darebbe nessuna certezza ai nuovi imprenditori interessati a investire a San Marino.
Gilberto Piermattei, Vice Segretario CSdL: "Lo scopo dei contratti collettivi è di portare tutti i lavoratori alle stesse condizioni, tutelando i più deboli e senza lasciare nessuno indietro. Noi non ci rendiamo conto, ma in Europa ci sono tante differenziazioni e disparità di trattamento, a livello sia retributivo che dei diritti: tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra lavoratori residenti e quelli forensi, ecc.. Il Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati ha votato un ordine del giorno che afferma la centralità dei contratti collettivi nazionale quale elemento portante per dare pari dignità e uguale trattamento tra tutti i lavoratori."
Enzo Merlini, Segretario FULI-CSdL: "La contrattazione di secondo livello che intendono altre sigle, di fatto è quella al ribasso; la stessa OSLA ha affermato che quando le aziende vanno male, devono poter offrire di meno ai lavoratori sia in termini normativi che economici. Con la firma di accordi da parte delle associazioni meno rappresentative, si sta gettando il seme della distruzione della contrattazione collettiva nazionale. E poi un sindacato che non ha iscritti reali, ovvero lavoratori che hanno espresso chiaramente la volontà di aderire a quel sindacato, dato che il terzo sindacato considera iscritti chi ha messo una semplice firma per qualunque motivo, come può firmare contratti con validità erga omnes? Prima che ci smontino il contratto, noi lo difenderemo strenuamente!"
Marco Tura, Segretario Generale CDLS: “Non molleremo di un millimetro nella difesa del valore più grande per il mondo del lavoro, ossia il valore della solidarietà. La conferma arriva dai referendum nelle fabbriche dedicate al contratto e alla rappresentatività, dove emergono dati sbalorditivi a sostegno di una contrattazione capace di estendere diritti e tutele per tutti. Gli attacchi polemici al valore erga omnes del contratto collettivo e a un sistema di regole chiare e definitive che misuri il reale peso delle organizzazioni sindacali e sociali, sono incomprensibili. Noi non siamo contro qualcuno ma ci batteremo fino in fondo per evitare il rischio della frammentazione e della confusione contrattuale. Il rischio che la firma di più accordi contrattuali in uno stesso settore consegni al Tribunale il ruolo improprio di decidere quali capitoli di questo o quel contratto hanno valore erga omnes. Incalzeremo governo e forze politiche per avviare l’iter parlamentare sulla rappresentatività, cioè sulla necessità di dotarci di regole certe, trasparenti e democratiche capaci di far crescere tutti i protagonisti della scena sociale, nessuno escluso. E contrasteremo senza esitazione i tentativi di chi vuole smantellare le garanzie di solidarietà e di equità garantite dal contratto collettivo. Su questo non molleremo di un millimetro; chi lavora in un’azienda di dieci dipendenti ha gli stessi diritti chi lavora in un’azienda di trecento.”
Comunicato stampa CSU
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