Con un'altra assemblea molto partecipata svoltasi questa mattina al teatro Nuovo di Dogana, si è concluso il ciclo di assemblee indetto dalla CSU. Sia l'elevata partecipazione dei lavoratori e dei pensionati che i numerosi interventi al dibattito hanno dimostrato la forte unità del movimento sindacale e la grande attenzione verso i problemi di tutto il paese, esprimendo un forte malcontento verso un Governo indisponibile alle richieste della CSU, e che da tempo - oltre a non consentire l'avvio della concertazione - sta mettendo in atto politiche di chiaro stampo recessivo.
Più che di un sindacato che ha bisogno dell'interprete, come ha ironizzato un rappresentante della maggioranza, è proprio il Governo che ha bisogno di protesi acustiche, dato che si dimostra completamente sordo alle richieste sindacali.
Anche il dibattito di oggi è partito dal nuovo modello di sviluppo che San Marino deve costruire, che deve essere basato sulle attività industriali e produttive tecnologicamente avanzate e ad alto valore aggiunto, il quale ha bisogno di un sistema bancario in grado di fornire il credito necessario.
La CSU ha ribadito la richiesta di massima chiarezza sulla situazione del sistema bancario, ad iniziare da Carisp e dalla vicenda della vendita degli NPL del gruppo Delta - a cui abbiamo riservato ampio spazio nei precedenti comunicati - rivendicando la conclusione dell'Aqr per verificare il reale stato di salute di tutti gli istituti di credito. Aspettiamo gli esiti da oltre un anno: ora da aprile il termine è stato spostato a giugno, mentre da Banca Centrale la CSU si è sentita dire che la stessa Aqr non è poi così importante...
Rispetto alla richiesta più volta lanciata dalle assemblee di attivare le azioni di responsabilità verso i responsabili del dissesto delle banche, si prende atto delle dichiarazioni del Segretario di Stato per gli Interni secondo cui tali procedimenti saranno presto avviati. Auspichiamo fortemente che a queste dichiarazioni seguano fatti concreti, e non rimangano invece lettera morta.
In tema di debito pubblico e di spending review, nel ribadire la necessità di fare economie di scala e di metter mano alla riforma degli appalti per contenerne i costi esorbitanti, si è tornati sulla proposta del Governo di ridurre di un'ora l'orario settimanale dei dipendenti pubblici (da 36 a 35 ore), con conseguente taglio dello stipendio.
Questo taglio di orario comporterebbe complessivamente per la PA, conti alla mano, 200mila ore di lavoro in meno, corrispondenti alla riduzione in un anno di 100 posti di lavoro. La CSU non accetta questa proposta provocatoria, che si configura con un ulteriore taglio lineare indiscriminato, che cererebbe gravi disservizi soprattutto in settori come la sanità e la scuola. La PA deve offrire una gamma ancor più ampia di servizi ai cittadini, per essere sempre più un pilastro fondamentale del sistema paese. Peraltro, il settore pubblico da circa dieci anni è senza contratto di lavoro...
Circa l'introduzione dell'Iva sammarinese (IGC) ieri si è svolto un incontro tecnico in cui la CSU ha ribadito due raccomandazioni: che questo passaggio non comporti aumenti dei prezzi per i cittadini, e che la fase di transizione da un regime all'altro non produca problemi di liquidità al bilancio dello Stato, dato che si passerà dal sistema monofase, che anticipa il pagamento, al sistema Iva, che invece lo posticipa (se il bene rimane a San Marino).
Sulla riforma delle pensioni, nel ribadire le posizioni della CSU più volte illustrate, la CSU ha confermato la richiesta di una gestione attenta e responsabile dei 423 milioni di euro del fondo di riserva di rischio allocate nelle banche sammarinesi. Queste somme, fondamentali per la tenuta del sistema bancario, vanno investite con oculatezza nel sistema finanziario internazionale con una maggiore diversificazione, con l'assoluta garanzia della loro integrità e solvibilità.
Sulla patrimoniale, la CSU ha ribadito di non essere pregiudizialmente contraria, ma chiede delle sostanziali correzioni al decreto emanato lo scorso lunedì e che dovrà essere portato in Consiglio Grande e Generale. In primo luogo l'introduzione della progressività dell'aliquota, e il cumulo dei beni mobili e immobili. Ciò, anche per rendere la stessa patrimoniale un'occasione concreta per favorire l'accertamento dei redditi e patrimoni dei tanti contribuenti che non hanno mai dichiarato le loro reali ricchezze, realizzando in tal modo un obiettivo di equità fiscale, che il sindacato chiede a gran voce da decenni.
Nel complesso, le assemblee con i lavoratori e i pensionati hanno dato pieno mandato alla CSU di proclamare lo sciopero generale, la cui data verrà decisa nei prossimi giorni. Uno sciopero per chiedere, attraverso questo strumento di lotta democratica, una profonda svolta nel metodo di governo, che deve cercare il contributo di tutti attraverso la concertazione, realizzare una vera equità fiscale e sociale e attivare politiche di sviluppo per far ripartire il lavoro e l'economia, realizzando riforme condivise, che cambieranno il volto di San Marino per i prossimi decenni. Tutto ciò nell'interesse generale del paese e delle future generazioni.
Comunicato stampa
Centrale Sindacale Unitaria
Più che di un sindacato che ha bisogno dell'interprete, come ha ironizzato un rappresentante della maggioranza, è proprio il Governo che ha bisogno di protesi acustiche, dato che si dimostra completamente sordo alle richieste sindacali.
Anche il dibattito di oggi è partito dal nuovo modello di sviluppo che San Marino deve costruire, che deve essere basato sulle attività industriali e produttive tecnologicamente avanzate e ad alto valore aggiunto, il quale ha bisogno di un sistema bancario in grado di fornire il credito necessario.
La CSU ha ribadito la richiesta di massima chiarezza sulla situazione del sistema bancario, ad iniziare da Carisp e dalla vicenda della vendita degli NPL del gruppo Delta - a cui abbiamo riservato ampio spazio nei precedenti comunicati - rivendicando la conclusione dell'Aqr per verificare il reale stato di salute di tutti gli istituti di credito. Aspettiamo gli esiti da oltre un anno: ora da aprile il termine è stato spostato a giugno, mentre da Banca Centrale la CSU si è sentita dire che la stessa Aqr non è poi così importante...
Rispetto alla richiesta più volta lanciata dalle assemblee di attivare le azioni di responsabilità verso i responsabili del dissesto delle banche, si prende atto delle dichiarazioni del Segretario di Stato per gli Interni secondo cui tali procedimenti saranno presto avviati. Auspichiamo fortemente che a queste dichiarazioni seguano fatti concreti, e non rimangano invece lettera morta.
In tema di debito pubblico e di spending review, nel ribadire la necessità di fare economie di scala e di metter mano alla riforma degli appalti per contenerne i costi esorbitanti, si è tornati sulla proposta del Governo di ridurre di un'ora l'orario settimanale dei dipendenti pubblici (da 36 a 35 ore), con conseguente taglio dello stipendio.
Questo taglio di orario comporterebbe complessivamente per la PA, conti alla mano, 200mila ore di lavoro in meno, corrispondenti alla riduzione in un anno di 100 posti di lavoro. La CSU non accetta questa proposta provocatoria, che si configura con un ulteriore taglio lineare indiscriminato, che cererebbe gravi disservizi soprattutto in settori come la sanità e la scuola. La PA deve offrire una gamma ancor più ampia di servizi ai cittadini, per essere sempre più un pilastro fondamentale del sistema paese. Peraltro, il settore pubblico da circa dieci anni è senza contratto di lavoro...
Circa l'introduzione dell'Iva sammarinese (IGC) ieri si è svolto un incontro tecnico in cui la CSU ha ribadito due raccomandazioni: che questo passaggio non comporti aumenti dei prezzi per i cittadini, e che la fase di transizione da un regime all'altro non produca problemi di liquidità al bilancio dello Stato, dato che si passerà dal sistema monofase, che anticipa il pagamento, al sistema Iva, che invece lo posticipa (se il bene rimane a San Marino).
Sulla riforma delle pensioni, nel ribadire le posizioni della CSU più volte illustrate, la CSU ha confermato la richiesta di una gestione attenta e responsabile dei 423 milioni di euro del fondo di riserva di rischio allocate nelle banche sammarinesi. Queste somme, fondamentali per la tenuta del sistema bancario, vanno investite con oculatezza nel sistema finanziario internazionale con una maggiore diversificazione, con l'assoluta garanzia della loro integrità e solvibilità.
Sulla patrimoniale, la CSU ha ribadito di non essere pregiudizialmente contraria, ma chiede delle sostanziali correzioni al decreto emanato lo scorso lunedì e che dovrà essere portato in Consiglio Grande e Generale. In primo luogo l'introduzione della progressività dell'aliquota, e il cumulo dei beni mobili e immobili. Ciò, anche per rendere la stessa patrimoniale un'occasione concreta per favorire l'accertamento dei redditi e patrimoni dei tanti contribuenti che non hanno mai dichiarato le loro reali ricchezze, realizzando in tal modo un obiettivo di equità fiscale, che il sindacato chiede a gran voce da decenni.
Nel complesso, le assemblee con i lavoratori e i pensionati hanno dato pieno mandato alla CSU di proclamare lo sciopero generale, la cui data verrà decisa nei prossimi giorni. Uno sciopero per chiedere, attraverso questo strumento di lotta democratica, una profonda svolta nel metodo di governo, che deve cercare il contributo di tutti attraverso la concertazione, realizzare una vera equità fiscale e sociale e attivare politiche di sviluppo per far ripartire il lavoro e l'economia, realizzando riforme condivise, che cambieranno il volto di San Marino per i prossimi decenni. Tutto ciò nell'interesse generale del paese e delle future generazioni.
Comunicato stampa
Centrale Sindacale Unitaria
Riproduzione riservata ©