Nei giorni scorsi si è riunito il Direttivo Unitario delle Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS: al centro dei lavori lo stato di avanzamento della trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici che per il direttivo ha priorità assoluta; si sono inoltre approfonditi gli ultimi decreti di accorpamento di unità operative della Pubblica Amministrazione. Il Direttivo ha espresso soddisfazione per l’attivo dei quadri del 4 aprile scorso, convocato in Piazza della Libertà durante i lavori della Commissione Finanze, per contestare il Progetto di Legge relativo al DES – Distretto Economico Speciale.
La forte iniziativa di protesta del sindacato e la ampia contrarietà di buona parte delle forze politiche, hanno portato alla sospensione del provvedimento che evidenziava innumerevoli criticità, sia rispetto alla sua impostazione generale che alla sua portata economica e reputazionale per RSM. In particolare forti critiche sono emerse rispetto alle previste concessioni di “residenze fiscali non domiciliate” previste dalla bozza del Progetto di Legge. Negli interventi dei membri del Direttivo è emersa la forte preoccupazione rispetto all’inerzia del Governo per quanto riguarda il confronto con il Sindacato, fermo al palo nonostante i ripetuti solleciti, la riforma della governance e delle modalità di investimento di FONDISS, la rinegoziazione sostenibile del debito estero e l’atteso e complesso intervento di riforma della legge tributaria. Come previsto al centro del dibattito vi è stata l’analisi dello stato di avanzamento della trattativa per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione.
Il Direttivo ha espresso la propria preoccupazione rispetto all’inspiegabile silenzio da parte della delegazione di Governo su questo importante tema e, fatto ancor più grave, sulla mancanza di un continuo e costante confronto. La pazienza è ormai esaurita: i dipendenti pubblici non possono aspettare ancora per avere il rinnovo di un contratto scaduto da ormai dieci anni. Con l’inflazione che non cessa di produrre i suoi effetti negativi su stipendi e salari, con il costante aumento dei tassi di interesse e con il costo della vita in continuo aumento è indispensabile avere un congruo adeguamento economico delle retribuzioni, tenuto anche conto che l’ultimo aumento risale ormai al lontano 2010 e non sono state attivate politiche dei redditi a salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie. Oltre alla parte economica, altro aspetto importante della trattativa è quella relativa ai diritti normativi: le esigenze delle famiglie e quindi dei lavoratori sono molto cambiate in questi anni e quindi è oltremodo necessario intervenire sul contratto per aggiornare tutti gli aspetti normativi che consentano una migliore conciliazione tra la vita familiare ed il lavoro.
Vanno quindi rivisti e potenziati gli istituti del Part-time, della aspettativa ed incentivato l’utilizzo del lavoro agile: un ampliamento di questi aspetti normativi consentirebbe ai lavoratori di essere più presenti e coinvolti nella vita famigliare. Dal Direttivo emerge forte e chiaro l’appello al Governo: il contratto della Pubblica Amministrazione deve avere la priorità, è necessario riprendere le trattative nel più breve tempo possibile, tenuto conto che la scadenza concordata per il rinnovo è il 30 giugno prossimo. Il tempo delle attese è finito: qualora lo stallo della trattativa non si sblocchi immediatamente, il Direttivo ha dato mandato alle Federazioni di iniziare una fase di mobilitazione che inizierà con la convocazione dell’attivo dei quadri dei rappresentanti sindacali del Pubblico Impiego.