Partiamo da un dato di fatto, valido per qualsiasi settore del nostro paese: chiunque proponga interventi migliorativi deve specificare come intende finanziarli. Diversamente sono parole sicuramente utili alle elezioni ma non molto di più. Sostenere che tutto debba essere pagato dallo Stato non è credibile soprattutto in un Paese molto intimorito, per non dire resistente, da sviluppo e novità, ossia ciò che permette allo Stato stesso di reperire risorse senza richiederle ai cittadini. Si vuole spendere ma non investire, vivere bene ma non cambiare ciò che non funziona; siamo influenzati da un’estesa cultura del “no” in cui nulla deve essere toccato o migliorato, spaventati da ciò che potrebbe accadere. Qual’è la ricetta? Per noi è sempre la stessa, ossia un Governo che attraverso un progetto di sviluppo lavori in modo coordinato per ridisegnare l’immagine e l’economia di una Repubblica sana. Andando al tema principale, la questione della denatalità nel nostro Paese rappresenta il segnale concreto che questa società non offre alle persone le sicurezze necessarie a progettare la costruzione di una famiglia. Di fronte ad una difficile situazione mondiale di incertezze e paura, è necessario ricostruire la fiducia nei confronti del futuro, quindi a maggior ragione è fondamentale consolidare la consapevolezza che il nostro Paese ha prospettive REALI di benessere. Allo stesso modo è importante un cambio di paradigma culturale: un figlio è una risorsa, non un mero impegno economico. Occorre quindi accelerare su tutte le azioni di sviluppo a cui abbiamo costantemente lavorato in questi anni. Sembra scontato ricordarlo, ma lo sviluppo economico è lo strumento più efficace al fine di garantire un futuro al Paese, poiché consente di reperire risorse da reinvestire a beneficio della società senza gravare sulle tasche dei cittadini, ma anzi favorendo la possibilità di trovare lavoro, al giusto stipendio, in relazione alla crescita dell’inflazione. È necessario quindi aiutare concretamente le famiglie con un intervento strutturale, capace di dar vita ad un sistema economico che offra sicurezza e che possa sostenere la nascita di servizi volti al sostegno delle famiglie. In sintesi, preferiamo che entrambi i genitori possano guadagnare bene, costantemente nel tempo, con un lavoro a loro misura piuttosto che costringere loro ad aspettare un aiuto nei fatti non sufficiente al sostentamento della famiglia e che grava su un bilancio già difficile. Sostenere la famiglia significa garantire per le donne condizioni lavorative favorevoli sia in gravidanza che in seguito, affinché non siano costrette a dover scegliere fra lavoro e famiglia, ma anche valorizzare il ruolo dei padri che hanno bisogno di essere presenti. Un sistema economico che funziona è in grado di andare incontro a queste esigenze, perché un’impresa in salute ha più possibilità di andare incontro ai propri dipendenti. Diretta conseguenza degli interventi di sviluppo economico, è la possibilità di migliorare ed implementare gli strumenti di sostegno alle famiglie stesse, quali gli assegni familiari e i servizi necessari a semplificare la quotidianità. Basti pensare all’impossibilità di molti di conciliare gli orari di lavoro con quelli di apertura delle strutture educative o sportive. Il nostro obiettivo è un Paese stabile a misura delle persone che lo abitano ma senza cambiare nulla non si può realizzare. Comprendiamo che queste tematiche siano di forte interesse per i cittadini che devono essere coinvolti nella soluzione, non lasciati nel problema. Come in famiglia ci si rimbocca le maniche per guadagnare lo stipendio che permette di arrivare a fine mese anche lo Stato necessita di adoperarsi per reperire risorse. Non possiamo aspettare ad investire perché non esiste un reddito di cittadinanza per lo Stato che non lavora bensì vogliamo un Paese autonomo che non necessiti di chiedere aiuti a nessuno.
Ufficio Stampa DOMANI - Motus Liberi