La seduta della Commissione Affari di Giustizia tenutasi ieri ha messo in evidenza, prima del suo epilogo, il senso di responsabilità che un organo dello Stato deve far prevalere su ogni altra sensibilità. E’ infatti certo che tutti i membri della Commissione, nessuno escluso, con grande prudenza rispetto alle problematiche affrontate, avevano condiviso un percorso che potesse affrontare una problematicità oggettiva, messa in risalto anche dalle relazioni del Magistrato Dirigente, che riguarda il rapporto fra organi dello Stato.
Questioni importanti di cui deve essere informata l’Eccellentissima Reggenza in qualità di organo super partes che presiede alle funzioni dei tre poteri dello Stato.
Questa linea di condotta, unanimemente condivisa è stata miseramente smentita dai commissari che all’improvviso si sono dimessi per impedire che la Commissione Affari di Giustizia potesse procedere nel complesso lavoro teso a fare chiarezza e a dare alla magistratura piena e totale forza e piena autonomia nel condurre le inchieste, nel ricercare la verità e nel definire i giudizi su eventi di primaria importanza.
I sottoscritti Commissari respingono al mittente l’accusa fatta dal Consigliere Ciavatta per cui ci sarebbe la volontà di mettere in discussione il ruolo del Tribunale.
Respingono anche l’asserzione del Presidente Ugolini per cui la Commissione avrebbe perso la propria propensione a decidere all'unanimità, quando proprio nell’ultima occasione la prudente decisione, di fronte alle problematiche non semplici presentatesi, è stata quella di interpellare di nuovo il Magistrato Dirigente per avere tutti i chiarimenti del caso e solo successivamente di informarne l’Eccellentissima Reggenza. Assurdo anche l’atteggiamento del Commissario Bronzetti che dichiara di non voler alimentare lo scontro fra gli organi dello Stato, quando l’azione della Commissione è appunto teso a sanare uno scontro che purtroppo è stato denunciato proprio dalla massima autorità del potere giudiziario.
I Commissari che sottoscrivono la presente posizione sono molto preoccupati perché con le loro dimissioni una parte dell’opposizione, fortunatamente non tutta, si sta sottraendo alle proprie responsabilità bloccando i lavori di un organo dello Stato, la Commissione Affari di Giustizia, impedendole di svolgere il ruolo affidatole dalla legge e nelle modalità previste dalla legge, di regolare conflitti e trovare le soluzioni più idonee affinché queste situazioni non aggravino i problemi che purtroppo in questa fase la Repubblica si trova ad affrontare.
Alla luce delle notizie, apprese a mezzo stampa, relative all’esposto presentato dal Consigliere Roberto Ciavatta che tirerebbe in ballo la stessa Commissione, i sottoscriventi hanno ritenuto di dover incontrare la Reggenza, in un incontro avvenuto nella serata di ieri, per presentare la propria preoccupazione in merito ad atti che possono avere come diretta conseguenza quella di compromettere il funzionamento della Commissione Consiliare Affari di Giustizia, nominata dal Consiglio Grande e Generale, che svolge precise e delicate funzioni istituzionali.
A questo riguardo, siamo costretti a rimarcare che il Presidente uscente della Commissione si è sottratto finora ad ogni richiesta di confronto, nonostante la gravità dei problemi aperti, impedendo di trovare quelle soluzioni condivise che lui stesso ha auspicato.
Roberto Giorgetti
Pier Luigi Zanotti
Mimma Zavoli
Luca Santolini
Giuseppe Morganti
Eva Guidi
Questioni importanti di cui deve essere informata l’Eccellentissima Reggenza in qualità di organo super partes che presiede alle funzioni dei tre poteri dello Stato.
Questa linea di condotta, unanimemente condivisa è stata miseramente smentita dai commissari che all’improvviso si sono dimessi per impedire che la Commissione Affari di Giustizia potesse procedere nel complesso lavoro teso a fare chiarezza e a dare alla magistratura piena e totale forza e piena autonomia nel condurre le inchieste, nel ricercare la verità e nel definire i giudizi su eventi di primaria importanza.
I sottoscritti Commissari respingono al mittente l’accusa fatta dal Consigliere Ciavatta per cui ci sarebbe la volontà di mettere in discussione il ruolo del Tribunale.
Respingono anche l’asserzione del Presidente Ugolini per cui la Commissione avrebbe perso la propria propensione a decidere all'unanimità, quando proprio nell’ultima occasione la prudente decisione, di fronte alle problematiche non semplici presentatesi, è stata quella di interpellare di nuovo il Magistrato Dirigente per avere tutti i chiarimenti del caso e solo successivamente di informarne l’Eccellentissima Reggenza. Assurdo anche l’atteggiamento del Commissario Bronzetti che dichiara di non voler alimentare lo scontro fra gli organi dello Stato, quando l’azione della Commissione è appunto teso a sanare uno scontro che purtroppo è stato denunciato proprio dalla massima autorità del potere giudiziario.
I Commissari che sottoscrivono la presente posizione sono molto preoccupati perché con le loro dimissioni una parte dell’opposizione, fortunatamente non tutta, si sta sottraendo alle proprie responsabilità bloccando i lavori di un organo dello Stato, la Commissione Affari di Giustizia, impedendole di svolgere il ruolo affidatole dalla legge e nelle modalità previste dalla legge, di regolare conflitti e trovare le soluzioni più idonee affinché queste situazioni non aggravino i problemi che purtroppo in questa fase la Repubblica si trova ad affrontare.
Alla luce delle notizie, apprese a mezzo stampa, relative all’esposto presentato dal Consigliere Roberto Ciavatta che tirerebbe in ballo la stessa Commissione, i sottoscriventi hanno ritenuto di dover incontrare la Reggenza, in un incontro avvenuto nella serata di ieri, per presentare la propria preoccupazione in merito ad atti che possono avere come diretta conseguenza quella di compromettere il funzionamento della Commissione Consiliare Affari di Giustizia, nominata dal Consiglio Grande e Generale, che svolge precise e delicate funzioni istituzionali.
A questo riguardo, siamo costretti a rimarcare che il Presidente uscente della Commissione si è sottratto finora ad ogni richiesta di confronto, nonostante la gravità dei problemi aperti, impedendo di trovare quelle soluzioni condivise che lui stesso ha auspicato.
Roberto Giorgetti
Pier Luigi Zanotti
Mimma Zavoli
Luca Santolini
Giuseppe Morganti
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