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Il 2025 si apre con le tensioni sull'energia, rischio di inflazione doppia rispetto all'anno appena passato

8 gen 2025
Il 2025 si apre con le tensioni sull'energia, rischio di inflazione doppia rispetto all'anno appena passato

"I prezzi a dicembre, lo ha confermato ieri l’Istat, si sono mantenuti sostanzialmente stabili sul mese precedente e il 2024 è stato un anno di rientro dell’inflazione, scesa nella media annua all’1% rispetto al 5,3% del 2023. Nei primi nove mesi del 2024 l’incremento del potere di acquisto delle famiglie è stato pari al 2,5%, un andamento positivo favorito dai rinnovi contrattuali e che finalmente sembra aver iniziato a imprimere una spinta favorevole ai consumi, confermata anche dai dati sui saldi. Ora però gennaio si apre con il rischio di trovare bollette pesantissime a causa delle tensioni sull’energia e in particolare sul gas naturale. Un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici potrebbe avere un impatto rilevante su tutta l’economia, con un nuovo incremento dell’inflazione e un impatto sui consumi di circa 2,1 miliardi di euro in Italia. Le oscillazioni dei prezzi del gas naturale degli ultimi giorni sono causate principalmente dall’interruzione del passaggio dei flussi attraverso l’Ucraina dal primo gennaio, sebbene si sia ancora lontani dai picchi del 2022, quando il gas aveva raggiunto i 340 euro a megawattora. Si tratta di una situazione da monitorare attentamente: un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici porterebbe l’inflazione al 2,2% nel 2025, il doppio dell’anno appena concluso. A risentirne sarebbero inevitabilmente le imprese e la spesa delle famiglie, dal momento che i rinnovi contrattuali recentemente firmati non potevano incorporare questa eventuale nuova accelerazione dei prezzi. Sarà dunque fondamentale sorvegliare l’evoluzione dei costi energetici, e prendere in considerazione azioni per il loro contenimento come già fatto negli anni precedenti".

cs Fabrizio Vagnini presidente Confesercenti provinciale Rimini






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