Puntuale è partito dalla Csu, addirittura con un comunicato stampa firmato dai segretari generali delle due confederazioni, l'attacco per delle opinioni espresse su Facebook dal sottoscritto, nel corso di una semplice discussione, come ce ne sono tante, sui temi di attualità del Paese. Prendendo come sempre pezzi di commenti e strumentalizzandoli a proprio uso e consumo. Ringrazio e sono onorato per l'attenzione a quanto scrivo sui social. Ma è tutto tanto, troppo, prevedibile. Tutto tanto, troppo, già visto. Compreso l'inevitabile attacco personale che non può mai mancare. Chi osa toccare questo sindacato, dire qualcosa su questo sindacato, subisce attacchi e finisce nel mirino. Pazienza, io non ho paura e continuerò a dire liberamente quello che penso, anche se alle latitudini del Central Square non piace: del resto, mi pare che da parte loro non si siano mai lesinate critiche! Continuerò a dire liberamente che, a mio parere, si tratta oggi di organizzazioni che esprimono una linea politica non sintonizzata sul 2019, con dirigenze che sono sostanzialmente le stesse da decenni (hanno solo cambiato ruolo) e non si sono rinnovate, che portano avanti le stesse linee rivendicative di decenni fa (quando i soldi nel Paese abbondavano per effetto delle note distorsioni) e che oggi sono totalmente inattuali, che si limitano a dire No a ogni cambiamento e non fanno proposte alternative. Che quando si fa qualcosa di buono è merito loro, quando si fa qualcosa di sbagliato è colpa degli altri. Che oramai si occupano di tutto, dalla giustizia alla politica estera, dalle politiche finanziarie alla sanità, e poco di lavoro. Che stanno contribuendo a tenere fermo il Paese, che invece avrebbe un gran bisogno di correre e riformarsi in profondità perché negli anni sono avvenuti dei cambiamenti importanti (venuta meno di enormi quantità di entrate, invecchiamento della popolazione, ecc...) e perché se non si innestano logiche più liberali nell'economia non abbiamo chance di essere competitivi ed attrarre imprese nel mercato di oggi. Si può dire o è un reato? Spero che si possa ancora esprimere la propria opinione, anche in questo clima politico in cui chi va contro l'amore universale generale e contro il piattume propositivo, chi esprime un contenuto politico deciso e forte, diventa un bersaglio. Sia ben chiaro, non è una opinione sul sindacato in quanto organizzazione: un sindacato moderno è veramente troppo importante in un paese che vuole essere efficiente e attrattivo. Il ruolo del sindacato è fondamentale per far crescere il Paese, per tutelare i lavoratori ed anche per contribuire a rendere più socialmente accettabili i cambiamenti inevitabili dovuti alle mutazioni della realtà, combattendo sempre contro le disuguaglianze e per l'equità e tutelando i lavoratori. Nessuno si deve lontanamente sognare di mettere in discussione questa funzione. È invece una opinione su questo sindacato, su queste dirigenze, su questa conduzione, su questo modo di agire e di approcciarsi alle riforme necessarie al Paese, che è tutto fuorché moderno. Su questo fronte la maggioranza avrebbe dovuto agire con più decisione, anche intervenendo sulle norme di legge. È un mio parere, ovviamente. È ancora possibile esprimere una opinione, oppure solo la politica può subire continue bordate, e sul sindacato non si può dire niente? È chiaro che la colpa delle mancate riforme e delle mancate azioni è sempre della politica e delle maggioranze di turno, questo è ovvio. Non mi sognerei mai di attribuirle ad altri. Il Governo uscente non può certamente esimersi dal prendersele, ci mancherebbe altro. Ma è certo che davanti ad atteggiamenti del genere, tutto risulta molto molto molto più difficile. Per qualunque maggioranza. Lo è stato per noi (ed è questo il concetto che ho voluto esprimere) e lo sarà anche per il mucchione, la grande alleanza tra forze fra loro antitetiche che nascerà nella prossima legislatura ed a cui auguro migliori fortune delle nostre. Concordo certamente che il dialogo sociale sia fondamentale e decisivo, ma deve essere un dialogo produttivo, basato sulla realtà, sui dati, e mirante alla ricerca di soluzioni ai problemi, non solo alla resistenza al cambiamento inevitabile. Finora, invece, abbiamo avuto tante proteste, pochissime proposte. Al Paese serve dire qualche Si, non solo una marea di No. O comunque, quando si dice No bisogna avere il coraggio di fare la proposta alternativa. Spero di avere chiarito il pensiero, spero si possa evitare di strumentalizzarlo, come invece abitudine in questo Paese. Andrea Zafferani
Il dialogo sociale è fondamentale, se basato sulle proposte
18 set 2019
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