Il “Casale la Fiorina” sospende ancora una volta le visite dei familiari mentre si registra un nuovo focolaio di contagi anche al Colore del Grano. Per gli ospiti di queste strutture, le interazioni con il mondo esterno si fermano ancora una volta. Il reparto di Pediatria si trova in difficoltà a seguito dello spostamento di tre infermiere al reparto di isolamento Covid e con un organico medico già ridotto. Il reparto rimane aperto al massimo come osservazione diurna, ma senza possibilità di veri ricoveri che vengono rimbalzati in reparti non idonei ad un’utenza pediatrica e gli ambulatori non possono portare avanti tutti i servizi previsti per mancanza di personale. Sorvoliamo poi per il momento sui problemi della medicina di base e territoriale per i quali faremo le dovute osservazioni nei prossimi giorni. Pur comprendendo una non facile gestione, a causa anche delle ridotte risorse economiche, è evidente una totale difficoltà organizzativa che ricade sia sull’utenza, che sullo stesso personale Iss, dovuta da un eccesso di precauzione non mirato correttamente verso il COVID 19, lo stesso eccesso che si è abbattuto contro il personale sanitario sospeso per mancata vaccinazione che non ha tenuto conto delle conseguenze. Le dinamiche dell’invecchiamento fragile, le esigenze della disabilità e i bisogni dei bambini ed in generale la cura della persona malata non si può circoscrivere ed esaurirsi nella sua mera componente fisica e biologica. Come comunità abbiamo il dovere nei confronti degli anziani di alleviare le loro paure, colmare le loro solitudini e mancanze - fondamentale come quello di fornire cure sul piano medico/sanitario-. Lo stesso vale per i nostri ragazzi del Colore del Grano e dei nostri bambini, non si può considerare in questi casi un familiare come un “visitatore”, ma come una necessità imprescindibile. Occorre arginare questa de-umanizzazione che rischia di riproporsi ad ogni possibile avvenimento. I bambini hanno bisogno di continuità assistenziale che comprenda, in modo urgente, essenziale e prioritaria, la prevenzione; e come riportato in una recente dichiarazione dello stesso primario di Pediatria Dott.ssa Laura Viola, -“di un reparto pediatrico e soprattutto dell'assistenza di infermiere “esperte” in pediatria, come da documenti OMS”-. I Disabili e le loro famiglie hanno bisogno di essere supportati, seguiti, di spazi adeguati e di poter accedere a tutti i servizi. La storia del COVID e il consolidato dell’impatto delle strategie di riduzione del rischio dovrebbero essere riviste, alla luce dei risultati allargando l’orizzonte ed includendo con maggiore peso la tutela della salute pubblica e la vicinanza umana verso i soggetti più deboli della società ovvero disabili, anziani e bambini, nonché con un maggiore rispetto verso quegli operatori sanitari che sono stati esclusi dalle loro funzioni. La malattia è pressoché diventata endemica, si va verso la stagione calda che statisticamente ha dimostrato un impatto minore. Suggeriamo quindi, per ritrovare risorse utili ad una migliore organizzazione, il reintegro immediato del personale sospeso che potrebbe tornare a lavorare con un semplice tampone, e rivolgersi ad una utenza preavvisata sul relativo “rischio” di farsi assistere da un sanitario non vaccinato. Chiediamo di riaprire immediatamente le visite nelle strutture protette ai familiari, con preventivo tampone da realizzare a ridosso della visita. Ci sembrano misure di buonsenso, di umanità e non costose.
Cs Movimento Demos