Molti comunicati in questi giorni stanno proponendo, nei riguardi dell’aborto, una narrazione che fa leva sulla retorica della “povera madre” e della “povera creatura”. È un modo di comunicare sentimentalista, che cerca di fare presa su emozioni di superficie, senza lasciare spazio ad approfondimento. Noi invece vogliamo provare a ragionare. Punto primo: l’aborto è sempre esistito. Sin dai tempi antichi, gli aborti sono stati eseguiti, utilizzando erbe medicinali, ferri da calza o altri metodi e spesso chi lo praticava era la stessa persona che sapeva anche far nascere: la levatrice. L’aborto, quindi, è sempre stato legato alla salute riproduttiva della donna e da lei scelto, che fosse legale o meno. La differenza è che prima della legalizzazione dell’aborto, normato secondo la disciplina medica corrente, le donne rischiavano la vita. L’introduzione dell’interruzione volontaria di gravidanza è stato un enorme passo di civiltà e di sicurezza per la salute della donna. Punto secondo: la donna che sceglie di diventare madre deve essere sostenuta in ogni campo, su questo siamo d’accordo con il Comitato Contrario e con Carità senza confini. Anzi, come UDS auspichiamo misure più adeguate di sostegno alla genitorialità, incentivi e orari flessibili per le madri lavoratrici, più nidi, doposcuola, aiuti economici alle famiglie. Ma la parola chiave è “scelta”. Una donna che sceglie di diventare madre va sostenuta, così come una donna che si ritrova incinta suo malgrado deve poter accedere all’IVG legale e sicura nel suo Paese. Infine, sembra banale dirlo, ma non è con l’imporre una gravidanza a tutti i costi, con la repressione e con la galera che si fermano gli aborti. Se davvero i contrari al Referendum volessero fermare gli aborti, farebbero campagna sulla prevenzione, sull’educazione sessuale, sul libero accesso agli anticoncezionali e ai contraccettivi d’emergenza, quello che ha fatto UDS con varie Istanze d’Arengo e progetti di legge presentati in questi anni e mai adottati. L’aborto non è una scelta semplice, ieri come oggi. Ma a volte è l’unica che rimane e come tale deve poter essere fatta in sicurezza, non lasciando sole le nostre concittadine e coppie o punendole con la galera.
Comitato Promotore