In un momento drammatico come l’attuale, che assorbe l’attenzione generale e le energie del Governo, quale l’emergenza COVID-19, riteniamo nostro dovere continuare a tenere alta l’attenzione sulle riforme di cui il paese ha bisogno e delle quali avrà ancora più necessità quando l’emergenza sarà terminata.
Ecco per quale motivo ci pare doveroso informare la cittadinanza riguardo alla decisione, avvenuta nella giornata di ieri, da parte del Collegio Garante per la Costituzionalità delle Norme, con la quale è stato dichiarato inammissibile il Referendum confermativo relativo alla Legge Qualificata n. 1/2020, che è intervenuta a modificare la composizione del Consiglio Giudiziario riunito in seduta plenaria.
La sentenza del Collegio è molto chiara: il quesito non è ammissibile perché il Consiglio Giudiziario non è un organo del potere giudiziario, non essendo indicato come tale nella Dichiarazione dei Diritti e neppure in altra legge costituzionale. Tutto ciò, a conferma della tesi sostenuta a più riprese dalla maggioranza in ogni sede istituzionale e non.
Poche volte si è assistito ad uno scontro simile già a partire dall’aula consiliare: un iter travagliato, a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione, che non aveva però impedito l’approvazione a larghissima maggioranza di una legge qualificata, il cui unico scopo era permettere al Consiglio Giudiziario in seduta plenaria di poter riunirsi legittimamente e pariteticamente tra componente togata e componente politica. Negli ultimi anni, si era assistito, infatti a due distinte interpretazioni circa la sua composizione.
Fin dall’inizio ha destato stupore la scelta di una parte dell’opposizione di voler sollevare un referendum confermativo avverso tale legge, sospendendone gli effetti. Si può presumere, piuttosto, che l’interesse dei proponenti fosse quello di sospendere l’attività di tale organismo istituzionale nelle more della decisione.
Questa situazione ha appalesato un elemento estremamente preoccupante: parte dell’opposizione pur di ottenere i propri risultati ha tentato di abusare degli strumenti di democrazia.
Da ora quindi, malgrado le intenzioni di parte dell’opposizione, il Consiglio Giudiziario potrà riunirsi legittimamente e senza alcun contrasto circa la propria composizione, in maniera armonica con le formulazioni del legislatore originario.
Si tratta del primo passo di un ambizioso percorso che avvierà una riforma radicale della Giustizia per renderla completamente indipendente ed autonoma rispetto agli altri poteri dello Stato.
Il Tribunale, nello sviluppo del paese e nella ricostruzione dopo le emergenze, dovrà salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini e, soprattutto, costituire un valido presidio a garanzia degli investimenti in Repubblica da parte dei sammarinesi e non.
Doveroso, in conclusione, un ringraziamento al Comitato Contrario, che si è battuto affinché non venisse deturpato lo strumento referendario per meri interessi politici (e forse non solo).
Comunicato stampa
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