Nel documento IISA viene segnalata l’inadeguatezza dell’attuale assetto normativo, legato alla figura dirigenziale nella Pubblica Amministrazione, alla sua precarietà e alla sua vulnerabilità totale rispetto agli organi politici. Ricordiamo che la Dirigenza Pubblica a San Marino, come negli altri Stati di Diritto, dovrebbe rappresentare il più alto e significativo presidio della legalità, dell’imparzialità e dell’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa. Questi principi sono contenuti nella Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese.
La subalternità della Dirigenza Pubblica sammarinese al Potere Esecutivo e al potere politico rischia di minarne l’indipendenza e l'imparzialità. La Repubblica di San Marino ha la grande necessità di una classe dirigente pubblica che sia professionale, esperta e di alto livello, non precaria e che dia continuità e solidità nel tempo e nelle funzioni all’azione amministrativa, anche nell’ottica dei necessari e sempre più fitti incontri negoziali, con stipula di accordi, ai tavoli con l’Italia, l’Europa e con gli interlocutori internazionali.
Rispetto a questo quadro di esigenze di tutela del bene comune, di sviluppo e di sicurezza dello Stato, come cittadini e come dirigenti pubblici, assistiamo da tempo a criticità e a segnalazioni di sfiducia rispetto alle modalità di selezione e di riconferma della dirigenza pubblica.
Le criticità verosimilmente possono essere ricondotte ad alcuni aspetti e precisamente: la precarietà del rapporto giuridico del dirigente pubblico, attualmente triennale e con possibilità di rinnovo (legge 108/2009), rende poco appetibile la partecipazione alle selezioni per accedere ai posti dirigenziali pubblici, tant’è che con frequenza si hanno selezioni pubbliche con soli 2 o 3 candidati; la disparità di selezioni con elevato studio normativo rispetto a selezioni con il solo colloquio motivazionale o sulla base del curriculum professionale; il crescente aumento di situazioni ad elevato contenzioso, giunte fino alla richiesta agli stessi dirigenti di sottoscrivere clausole contrattuali di carattere pregiudizievole dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi in tema di tutela giurisdizionale e di tutela sindacale.
Alla luce di questo insieme di criticità, l’Associazione IISA ribadisce l’urgenza di una modifica normativa che recepisca quanto già proposto nelle linee guida e precisamente : l’accesso alla dirigenza pubblica garantito attraverso concorsi pubblici ai quali si potrà accedere avendo frequentato un corso di alta formazione, propendendo per la formula del corso-concorso; la creazione di una classe dirigente con l’attribuzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, secondo i criteri del diritto del lavoro; la previsione di istituti di cessazione del rapporto di lavoro per motivate cause di incapacità o di inadeguatezza nella funzione dirigenziale, con relativa tutela giurisdizionale. Riteniamo che siano da rivedere sia la legge n. 108/2009 (legge sulla dirigenza) che le altre normative sulla selezione dei dirigenti pubblici e nel contempo ci debba essere ascolto da parte degli organi istituzionali rispetto ad un ruolo propositivo e migliorativo della stessa Associazione IISA.
Il Direttivo IISA