Nei giorni scorsi alcuni organi di informazione locali hanno divulgato la notizia della possibilità che il gruppo promotore del polo della moda rinunci a realizzare questo importante progetto imprenditoriale in territorio sammarinese.
Non intendiamo assolutamente entrare nel merito della polemica "polo della moda Si, polo della moda No".
È comprensibile che ci siano opinioni differenti su un'iniziativa di proporzioni così rilevanti ed è legittima la prudenza con cui la gran parte delle forze politiche si è mossa sull'argomento fin dal primo giorno.
Anche LABDEM manifesta qualche dubbio su alcune parti della convenzione stipulata tra l'Eccellentissima Camera e i promotori e sulla variante di piano regolatore approvata a larga maggioranza dal Consiglio Grande e Generale.
Tuttavia, giunti a questo punto, riteniamo debba prevalere il senso di responsabilità a tutti i livelli, in quanto la mancata concretizzazione del progetto avrebbe effetti devastanti in termini di immagine e di credibilità per la Repubblica di San Marino, proprio nel momento in cui c'è una necessità estrema di attirare investimenti di alto profilo per garantire il rilancio strutturale dell'economia e soprattutto per dare risposte tangibili al dilagante problema della disoccupazione.
San Marino deve essere un paese accogliente per chi vuole fare impresa con serietà e nel rispetto delle leggi. La situazione creatasi in seguito alla decisione del Collegio Garante di accogliere il quesito referendario che chiede l'abrogazione della variante di PRG, impone una riflessione politica accurata sulla reale protezione degli investimenti stranieri offerta dall'ordinamento giuridico sammarinese. Non è più sufficiente, infatti, puntare solo sul differenziale fiscale per incentivare l'insediamento in territorio di attività imprenditoriali in grado di far compiere un salto di qualità al nostro sistema economico. Occorre creare condizioni "di sistema" favorevoli e incentivanti per far sì che San Marino venga visto come "paese-amico" di imprenditori seri e onesti e per dire un definitivo basta con i furbetti e con i trafficanti che con le "opportune" sponde politiche hanno saccheggiato negli anni la nostra comunità.
LABDEM si augura sinceramente che da questa situazione si possa uscire con unità di intenti, mettendo davanti a tutto e a tutti l'interesse della collettività e dimostrando con atti e fatti concreti che non si intende perdere l'ennesima opportunità come accaduto già troppo spesso nel passato più o meno recente.
Crediamo perciò che i responsabili di governo debbano aprire subito il confronto con il comitato referendario con l'obiettivo di trovare una soluzione che eviti al nostro Paese di fare l'ennesima figuraccia con ricadute negative molto pesanti anche per il futuro.
Stop alla demagogia e al populismo. Prevalgano il realismo e la concretezza. Non dimentichiamo infatti che c'è un Paese da salvare.
Non intendiamo assolutamente entrare nel merito della polemica "polo della moda Si, polo della moda No".
È comprensibile che ci siano opinioni differenti su un'iniziativa di proporzioni così rilevanti ed è legittima la prudenza con cui la gran parte delle forze politiche si è mossa sull'argomento fin dal primo giorno.
Anche LABDEM manifesta qualche dubbio su alcune parti della convenzione stipulata tra l'Eccellentissima Camera e i promotori e sulla variante di piano regolatore approvata a larga maggioranza dal Consiglio Grande e Generale.
Tuttavia, giunti a questo punto, riteniamo debba prevalere il senso di responsabilità a tutti i livelli, in quanto la mancata concretizzazione del progetto avrebbe effetti devastanti in termini di immagine e di credibilità per la Repubblica di San Marino, proprio nel momento in cui c'è una necessità estrema di attirare investimenti di alto profilo per garantire il rilancio strutturale dell'economia e soprattutto per dare risposte tangibili al dilagante problema della disoccupazione.
San Marino deve essere un paese accogliente per chi vuole fare impresa con serietà e nel rispetto delle leggi. La situazione creatasi in seguito alla decisione del Collegio Garante di accogliere il quesito referendario che chiede l'abrogazione della variante di PRG, impone una riflessione politica accurata sulla reale protezione degli investimenti stranieri offerta dall'ordinamento giuridico sammarinese. Non è più sufficiente, infatti, puntare solo sul differenziale fiscale per incentivare l'insediamento in territorio di attività imprenditoriali in grado di far compiere un salto di qualità al nostro sistema economico. Occorre creare condizioni "di sistema" favorevoli e incentivanti per far sì che San Marino venga visto come "paese-amico" di imprenditori seri e onesti e per dire un definitivo basta con i furbetti e con i trafficanti che con le "opportune" sponde politiche hanno saccheggiato negli anni la nostra comunità.
LABDEM si augura sinceramente che da questa situazione si possa uscire con unità di intenti, mettendo davanti a tutto e a tutti l'interesse della collettività e dimostrando con atti e fatti concreti che non si intende perdere l'ennesima opportunità come accaduto già troppo spesso nel passato più o meno recente.
Crediamo perciò che i responsabili di governo debbano aprire subito il confronto con il comitato referendario con l'obiettivo di trovare una soluzione che eviti al nostro Paese di fare l'ennesima figuraccia con ricadute negative molto pesanti anche per il futuro.
Stop alla demagogia e al populismo. Prevalgano il realismo e la concretezza. Non dimentichiamo infatti che c'è un Paese da salvare.
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