Termina all’una di notte la stesura in Commissione del testo di legge che recepisce la volontà popolare espressa con il Referendum per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. UDS ha assistito a tre lunghi giorni di dibattito dalla tribunetta della Sala del Consiglio. Come premessa, riteniamo che la mancanza di un adeguato lavoro antecedente alla Commissione abbia allungato inutilmente i tempi e soprattutto abbia prodotto un testo non sempre coordinato e coerente. È mancato quel tanto auspicato tavolo di confronto - nei tre mesi a disposizione dopo la prima lettura - che coinvolgesse tutte le forze politiche ed anche i Comitati Promotore e Contrario. Il testo finale che ne esce - votato con 10 favorevoli, 2 contrari, 3 astenuti e 2 non partecipanti al voto – è un buon punto di partenza, tuttavia sono necessari alcuni correttivi affinché rappresenti pienamente la volontà popolare espressa con il Referendum. Mentre nei primi giorni abbiamo osservato steccati e bandierine che hanno inevitabilmente prodotto le uniche criticità della legge - i primi due articoli - dalla sessione di ieri mattina abbiamo apprezzato un lavoro più disteso, più collaborativo ed un testo di legge tutto sommato di buona qualità. Questa Commissione è stata la dimostrazione di quanto la politica possa legiferare bene quando lascia da parte protagonismi ed ideologie personali. Ci riteniamo soddisfatte degli articoli approvati, quasi sempre all’unanimità, che riguardano il consultorio, la possibilità di accesso all’IVG presso strutture interne ed esterne al territorio, l’obiezione di coscienza, la tutela della privacy e la prevenzione delle gravidanze indesiderate. Crediamo invece che ci siano delle criticità - ci auguriamo superabili in seconda lettura - nei primi due articoli. Il primo afferma il principio di “tutela della vita umana dal suo inizio” che ad oggi non trova un’interpretazione scientifica, giuridica ed etica univoca e che potrebbe rappresentare l’espediente di futuri governi ultraconservatori per annullare questo diritto duramente conquistato; è sufficiente vedere cosa è successo negli USA. Il secondo articolo prevede l’IVG come “extrema ratio” - in palese contrasto con la libertà di scelta - con gli stessi pericoli del primo articolo ed alcune criticità rilevanti come il passaggio obbligatorio al consultorio e la consegna di materiale informativo di associazioni private esterne all’ISS, anche antiabortiste, come parte integrante del consenso informato! Crediamo che nel colloquio con la donna le informazioni debbano essere fornite rispettando la sua libera scelta e proteggendo tale scelta da ingerenze morali o intenti dissuasivi. A fine agosto avrà luogo l’ultimo passaggio dell’iter legislativo, la seconda lettura in CGG. Ci auguriamo che il testo approvato in Commissione non venga stravolto e che i primi due articoli siano modificati per essere maggiormente in linea con i principi ispiratori del resto della legge e con la volontà popolare.
Cs - UDS