Dalle fronde della grande quercia dei “Fatti della Ciuffa” 1893, ci viene indicato che, sulle tracce dell’attuale percorso in tutto il settore del mondo agro rurale sia a livello locale ma soprattutto contestualmente a livello internazionale con i movimenti che si sono aggregati soprattutto partendo dalla Germania, a seguire in Francia e dal 22 gennaio 2024 anche in Italia, si mette sempre di più in evidenza l‘indispensabile attenzione verso tutto il mondo degli agricoltori, dell’uso della terra e dell’agricoltura a tutti i livelli. Quello che oggi va sottolineato è che anche nel territorio della Repubblica di San Marino la scarsa attenzione e soprattutto un progressivo allontanamento di una generazione che sta lasciando i valori per la terra, si evidenzia la necessità e l’emergenza immediata di fare in modo che la politica stessa affronti tutta la questione del sistema agro rurale integrato, a tutt’oggi ancora bistrattato e non affrontato con coerenza da ogni forza politica susseguitesi nel tempo. E’ chiaro che l’attenzione va più verso una massificazione virtuale, tendenzialmente verso un commercio di prodotti sempre più esternalizzati dove il valore dell’uomo di questo passo si andrà a ridurre come un semplice esecutore e come elemento di carico sociale da affrontare, che non ha più un valore intrinseco legato alla sua stessa figura, presenza e attività svolta. Premesso questo, si pone come esigenza di bene comune l’attenzione sempre più verso tutti gli operatori agricoli in maniera sistemica che si occupano della terra, della produzione della terra, dei prodotti agricoli e di tutto quello che è a corollario del valore agro rurale, compreso anche le forme di turismo rurale sostenibili per i territori portando una dimensione non più legata all’interesse di qualche piccolo operatore, ma portarlo come patrimonio ambientale del bene comune per realizzare quel prodotto utile marginale in agricoltura che va a ad integrare quel prodotto utile lordo dell’agricoltore ai fini di renderlo molto più sostenibile e applicabile a tutti i settori. Una attenzione particolare oggi viene rivolta a tutta una imprenditoria giovanile che può trovare nel lavoro ben organizzato della terra e dell’ambiente una vera risorsa per la propria persona, la propria individualità, un sentimento legato alla piacevolezza del lavorare, del produrre e anche un giusto guadagno che è compatibile con quella che è oggi la funzione di una economia sostenibile, che non è una economia di transizione ecologica ma è una economia che è sempre appartenuta alle famiglie e agli agricoltori di San Marino perché la terra è la base primaria fondamentale per qualsiasi progetto sistemico che si voglia mettere in moto. La differenza fondamentale è che un capannone in cemento armato può essere distrutto in mezzora, un macchinario può essere delocalizzato in mezza giornata per cui si può svuotare per una qualsiasi congettura sia politica, economica o mondiale. In tal modo si spostano delle dinamiche produttive legate al mondo del lavoro senza che l‘uomo stesso possa essere protagonista e parte direttamente coinvolta nel processo produttivo delle economie a livello locale. Questa è la battaglia di cui oggi è doveroso da parte del Partito Socialista sammarinese universale occuparsi a prescindere da. Per cui San Marino può giocare un ruolo fondamentale perché è il primo laboratorio sociale europeo di sperimentazione non solo dei processi di associazionismo con l’Europa ma di una nuova formula di transizione sulle modalità di applicazione del mondo del lavoro e soprattutto della ospitalità intesa non come parcheggio per sfruttare quello che fa comodo e non lasciare alcuna risorsa sul territorio, ma una ospitalità integrata lavorando su una cultura di preparazione sui metodi di coltivazione, una cultura di preparazione sul rispetto della natura, dell’ambiente e dell’uomo, sulla tutela del territorio, gestione e manutenzione di tutte le attività legate a corollario per il territorio di San Marino definendo la Repubblica, come si dice, “fiore all’occhiello” e in quanto tale opportunità di sperimentazione di fratellanza con gli agricoltori italiani che attualmente stanno combattendo per il bene comune e l’interesse della base sociale.
C.s. I Cultori per l’Ambiente, Gruppo di Lavoro del Partito Socialista