Salvaguardare e tramandare la lingua della nostra tradizione, un patrimonio fatto di parole, immagini, suoni di tutto un mondo che rischia di estinguersi col succedersi dei tempi e delle generazioni. Sulla spinta di questa urgenza Ente Cassa di Faetano, in collaborazione con il Circolo Ricreativo Democratico di Corianino, pubblica il primo Dizionario di dialetto sammarinese. Un progetto monumentale, che ha richiesto oltre sei anni di lavoro, e che raccoglie 3.310 vocaboli italiani corrispondenti a 5.855 termini dialettali, per un totale di oltre 9.000 voci, 580 detti popolari e frasi idiomatiche ed un’appendice con tabelle ed approfondimenti su nomi di persona, località, piatti tipici e mestieri, per un totale di oltre 53.000 dati complessivi. Il dizionario è stato presentato ieri sera al folto pubblico presente in Sala Conferenze ECF - e in collegamento video - alla presenza del Segretario di Stato per l’istruzione e la Cultura Andrea Belluzzi e di tanti ospiti dal mondo culturale e scolastico sammarinese. Il curatore dell’opera, Graziano Bartolini, ha ripercorso la genesi dell’opera, sottolineando come il merito di questo progetto vada ai tanti collaboratori che hanno contribuito in modo significativo alla sua stesura. In particolare Stefano Palmucci e Francesco “Checco” Guidi che hanno raccolto e revisionato termini di Città e Serravalle e tutti i preziosi informatori coinvolti nei vari step della ricerca. Introdotto dai preziosi saggi del Vicepresidente dell’Istituto Fredrich Schurr, il Professor Gilberto Casadio e dall’esperto di lingue e glottologia Alex Michelotti, il testo mantiene un approccio semplice, scritto immaginando come utente tipo un bambino che non sappia nulla di dialetto. “Abbiamo fatto lo stesso lavoro degli operai nei siti archeologici – afferma Bartolini - che scavano, portano via le ceste di sabbia e quando trovano qualcosa lo mettono in evidenza, lasciando che siano gli archeologi a dire se il reperto rinvenuto è autentico o meno, se è interessante o no, se merita di essere esposto in un museo.” Un’opera dunque che, mentre recupera il passato, guarda al futuro, visto che “questo dizionario mostrerà tutta ala sua portata tra cento anni!” come affermerà la professoressa Valentina Rossi nel suo intervento. Proprio al professor Gilberto Casadio, una delle massime autorità per quanto riguarda lo studio del dialetto romagnolo, è stato chiesto di illustrare al pubblico quale sia l’origine dei dialetti, tema approfondito anche all’interno del Dizionario. “Quelli della nostra penisola – sottolinea Casadio – sono quasi tutti una trasformazione del latino, ma non di quello classico che si insegna a scuola, bensì di quello popolare, che non diceva ignis ma focus (fuoco). La differenza tra i vari dialetti italiani deriva proprio dal fatto che il latino, lingua del nuovo dominatore, veniva poi modificato secondo la lingua parlata in precedenza dai diversi popoli”. Casadio ha sottolineato la ricchezza e la profondità del dialetto, spiegando come questo accolga anche contaminazioni da altre lingue, come nel caso di matra, la madia, vocabolo che deriva dal greco mactra (una teglia in cui si impastava il pane), arrivata nelle nostre zone con i Bizzantini. A seguire il professore Alex Michelotti, esperto di lingue e glottologia ed appassionato studioso di dialetto sammarinese, ha portato un approfondimento tecnico, utile per comprendere la complessità dei dialetti sammarinesi, dove si registrano differenze significative pur tra aree limitrofe e strettamente connesse. “La stesura di un dizionario di dialetto rappresenta una sfida monumentale in primis sul fronte della trascrizione dei vocaboli, perché le regole ortografiche della lingua italiana non sono adeguate a rappresentare tutti i suoni del dialetto.” Continua Michelotti “Questo problema è particolarmente evidente quando si tratta di suoni simili ma ortograficamente diversi, come la lunghezza delle vocali, variabile che svolge un ruolo fondamentale nella determinazione del significato di certe parole. Le vocali del dialetto sono infatti più numerose di quelle italiane: solo nell’area linguistica di San Marino se ne contano 12 contro le 5/7 della lingua standard!” Valentina Rossi, insegnante di storia e filosofia ed esperta di storia sammarinese, ha invece affrontato Il ruolo del dialetto nella cultura sammarinese e l’importanza di salvaguardarlo. “Scoprire che l‘Ente Cassa di Faetano ha sostenuto questa impresa mi ha fatto un enorme piacere. Da tanto tempo m trovo a riflettere sul valore del dialetto, sul patrimonio che racchiude e sul perché lo stiamo perdendo. Io stessa mi son accorta che capisco benissimo il dialetto ma non lo so parlare. Solo da grande ho realizzato che in famiglia c’è stato come un salto: nel boom degli anni ’60, è stato spiegato ai genitori che era necessario trasmettere ai figli l’italiano, come strada per entrare nella modernità. Quindi i miei genitori tra di loro parlano in dialetto - è la loro lingua della comunicazione, dell’’”amore” oserei dire - ma con noi figli parlano in italiano”. Dopo alcuni cenni storici, Rossi si è soffermata sull’importante figura del poeta sammarinese Pietro Rossi, per poi concludere affermando come “in una società in cui anche i tempi della vita famigliare sono cambiati, i ragazzi sono sempre più “nutriti “ dagli strumenti di comunicazione che hanno in mano, ma il bisogno di una comunicazione affettiva rimane! Il dialetto si evolverà, diventerà diverso ma la comunicazione quotidiana continuerà ad avere un proprio codice”. A breve verrà messo a disposizione di tutti il video delle presentazione sui canali social di Ente Cassa Faetano e Banca di San Marino. A partire dal lunedì 8 novembre sarà possibile richiedere una copia del Dizionario di dialetto sammarinese: presso Ente Casa di Faetano presso le filiali Banca di San Marino per clienti e correntisti. E’ in oltre in fase di ultimazione la versione ebook del Dizionario, realizzata in formula responsive per una migliore consultazione attraverso i diversi dispositivi, strumento che permetterà di aggiornare periodicamente la pubblicazione.
Cs Ente Cassa Faetano