Perché il governo di Adesso.SM continua sulla strada della segretezza rispetto al negoziato dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea?
La risposta comincia ad essere chiara: non si vuole raggiungere l’obiettivo di una maggiore integrazione e far naufragare il processo.
Se il governo e in particolare il Segretario Renzi avessero davvero l’intenzione di portare fino in fondo il negoziato si impegnerebbero a condividere gli obiettivi, a far partecipare al dibattito le forze politiche ma anche quelle sociali ed economiche, renderebbe pubblico lo stato di avanzamento dei lavori e soprattutto farebbe propaganda sui risultati positivi che la cittadinanza e l’economia che saranno raggiunti con l’accordo.
Proprio nell’ultimo consiglio è stato votato un Ordine del Giorno promosso dal PSD che prevedeva di “promuovere un largo dibattito sui temi del rapporto con l’Italia e dell’Accordo di Associazione nel paese, in maniera tale da coinvolgere non solo le forze politiche ma anche tutte le forze sociali ed economiche” e di “mettere a disposizione e sottoporre a dibattito le direttive che l’esecutivo sta seguendo in politica estera”.
Ci si aspettava quindi che nella Commissione Esteri di venerdì il dibattito fosse in seduta pubblica e che si iniziasse a ragionare di contenuti ed obiettivi in maniera trasparente e produttiva: invece no, seduta segreta, con la giustificazione che quanto detto non sarebbe divulgabile perché richiesto dalla Commissione Europea o perché riferibile a posizioni non pubbliche di Andorra e Monaco. Anzi, l’Ordine del Giorno votato in Consiglio a larga maggioranza è stato bypassato da quello votato solo dalla maggioranza in Commissione che prevede di continuare con il solo confronto in Commissione ed a forza di commi segreti.
Tale modalità è stata da noi contestata subito e ora è diventata intollerabile: se ci sono contenuti che non possono essere annunciati in seduta pubblica, che si trattengano solo quelli in comma segreto, ma che non sia quella la scusa per non discutere di tutti gli altri contenuti, quelli non segreti, quelli che i sammarinesi hanno bisogno di capire per orientarsi rispetto al tema di una maggiore integrazione.
In sintesi serve urgentemente una svolta per fare partecipare la comunità ai negoziati. Si dovrebbe partire dal documento pubblico del Parlamento Europeo che cita, senza segretezza, tutti i capitoli necessari: la libertà di circolazione delle persone, il tema dello scambio di beni senza l’obbligo della certificazione del T2, la reciprocità di trattamento per il sistema bancario e finanziario, quindi l’apertura del nostro mercato a possibili istituiti esteri bancari a San Marino e viceversa, il ruolo della Banca Centrale per ottenere la sua assistenza, trattamento equiparato dei nostri studenti a quelli europei ed i temi che il PSD è stato in grado di far aggiungere al testo tramite il confronto con il parlamentare europeo Benifei, ovvero gli investimenti infrastrutturali congiunti tra San Marino ed UE e il ruolo del Consiglio Grande e Generale nel confronto con il Parlamento Europeo.
Serve un confronto serio nel paese, come suggerisce peraltro il Parlamento Europeo, anche sulle rinunce che dovremmo accettare e le difficoltà che dovranno essere superate, altrimenti questo sforzo che il paese sta facendo non sarà capito, il clima attorno all’integrazione europea non è come è noto positivo e la reazione dei cittadini potrebbe essere di rifiuto.
Si sta procedendo verso la strada sbagliata, si stanno perdendo tempo e soldi in questa maniera, forse il fallimento del percorso è quanto si vuole, questo pure in segreto, raggiungere.
L’Ufficio Stampa del PSD
La risposta comincia ad essere chiara: non si vuole raggiungere l’obiettivo di una maggiore integrazione e far naufragare il processo.
Se il governo e in particolare il Segretario Renzi avessero davvero l’intenzione di portare fino in fondo il negoziato si impegnerebbero a condividere gli obiettivi, a far partecipare al dibattito le forze politiche ma anche quelle sociali ed economiche, renderebbe pubblico lo stato di avanzamento dei lavori e soprattutto farebbe propaganda sui risultati positivi che la cittadinanza e l’economia che saranno raggiunti con l’accordo.
Proprio nell’ultimo consiglio è stato votato un Ordine del Giorno promosso dal PSD che prevedeva di “promuovere un largo dibattito sui temi del rapporto con l’Italia e dell’Accordo di Associazione nel paese, in maniera tale da coinvolgere non solo le forze politiche ma anche tutte le forze sociali ed economiche” e di “mettere a disposizione e sottoporre a dibattito le direttive che l’esecutivo sta seguendo in politica estera”.
Ci si aspettava quindi che nella Commissione Esteri di venerdì il dibattito fosse in seduta pubblica e che si iniziasse a ragionare di contenuti ed obiettivi in maniera trasparente e produttiva: invece no, seduta segreta, con la giustificazione che quanto detto non sarebbe divulgabile perché richiesto dalla Commissione Europea o perché riferibile a posizioni non pubbliche di Andorra e Monaco. Anzi, l’Ordine del Giorno votato in Consiglio a larga maggioranza è stato bypassato da quello votato solo dalla maggioranza in Commissione che prevede di continuare con il solo confronto in Commissione ed a forza di commi segreti.
Tale modalità è stata da noi contestata subito e ora è diventata intollerabile: se ci sono contenuti che non possono essere annunciati in seduta pubblica, che si trattengano solo quelli in comma segreto, ma che non sia quella la scusa per non discutere di tutti gli altri contenuti, quelli non segreti, quelli che i sammarinesi hanno bisogno di capire per orientarsi rispetto al tema di una maggiore integrazione.
In sintesi serve urgentemente una svolta per fare partecipare la comunità ai negoziati. Si dovrebbe partire dal documento pubblico del Parlamento Europeo che cita, senza segretezza, tutti i capitoli necessari: la libertà di circolazione delle persone, il tema dello scambio di beni senza l’obbligo della certificazione del T2, la reciprocità di trattamento per il sistema bancario e finanziario, quindi l’apertura del nostro mercato a possibili istituiti esteri bancari a San Marino e viceversa, il ruolo della Banca Centrale per ottenere la sua assistenza, trattamento equiparato dei nostri studenti a quelli europei ed i temi che il PSD è stato in grado di far aggiungere al testo tramite il confronto con il parlamentare europeo Benifei, ovvero gli investimenti infrastrutturali congiunti tra San Marino ed UE e il ruolo del Consiglio Grande e Generale nel confronto con il Parlamento Europeo.
Serve un confronto serio nel paese, come suggerisce peraltro il Parlamento Europeo, anche sulle rinunce che dovremmo accettare e le difficoltà che dovranno essere superate, altrimenti questo sforzo che il paese sta facendo non sarà capito, il clima attorno all’integrazione europea non è come è noto positivo e la reazione dei cittadini potrebbe essere di rifiuto.
Si sta procedendo verso la strada sbagliata, si stanno perdendo tempo e soldi in questa maniera, forse il fallimento del percorso è quanto si vuole, questo pure in segreto, raggiungere.
L’Ufficio Stampa del PSD
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