Era il settembre del 2018 quando un sopralluogo della Polizia Giudiziaria e del Dipartimento tutela ambientale ISS ha portato alla luce, all’interno di un capannone privo di autorizzazione, un vero e proprio deposito abusivo: scarti di vernici, imballaggi, veicoli fuori uso e cumuli di rifiuti diversi, anche pericolosi e infiammabili, miscelati insieme. Era quello della ex ditta Beccari srl.
Qualche giorno fa, a due anni e mezzo di distanza da quel sopralluogo, hanno avuto inizio i lavori di ripristino dei locali, di messa in sicurezza dell’area e dell’ambiente circostante. Una notizia che certamente ha rassicurato molti cittadini, ma che rappresenta solo il tassello conclusivo di un impegno cominciato dodici mesi or sono quando, a inizio legislatura, il problema del deposito abusivo si è presentato ancora intatto e drammaticamente irrisolto. Consapevole della necessità di chiudere quella brutta pagina di storia sammarinese, fatta di controlli mancati e di concessioni fornite con leggerezza, il Movimento RETE ha inteso immediatamente collaborare con le Segreterie di Stato competenti (Territorio, Interni e Sanità) non solo per affrontare il problema, ma soprattutto per creare le condizioni affinché tali abusi non si ripetano più.
Per questo motivo abbiamo accolto con favore il mandato che il Congresso di Stato ha dato all’Avvocatura per intraprendere azioni in sede penale nei confronti della Beccari S.r.l (delibera n 11 del 17 marzo 2020). Soprattutto, abbiamo voluto portare il nostro contributo in sede di riorganizzazione del Dipartimento Territorio (Decreto 213/2020) e di modifica del Codice Ambientale (Decreto 25/2021) con l’obiettivo di qualificare maggiormente il settore, garantire la qualità dell’ambiente, la sicurezza e la salute della collettività, e tutelare lo Stato dai danni. Decreti frutto di un confronto serrato molto costruttivo che ha coinvolto le Segreterie, gli organi competenti e RETE per lavorare all’introduzione di novità normative anche sulla scorta degli indirizzi a carattere europeo, quali, ad esempio:
- l’obbligo per le imprese del settore rifiuti di avere al proprio interno un responsabile tecnico professionale abilitato in modo che l’operatività sia conforme a corretti principi di cautela, per cercare di escludere gestioni improvvisate;
- la possibilità, nei casi molto gravi, di rivalersi anche sulla proprietà dei beni immobili attraverso forme di esproprio;
- l’introduzione, a breve termine, di congrue garanzie bancarie e assicurative affinché i costi di vicende simili alla ex ditta Beccari non debbano essere a carico dello Stato;
- un inasprimento delle sanzioni e un rafforzamento delle attività di controllo creando, riorganizzando e rinnovando le strutture deputate ai controlli.
RETE ha inoltre voluto fortemente l’introduzione del divieto di scarico delle acque reflue industriali nei corsi d’acqua presenti in territorio, per rispondere così alle problematiche emerse negli anni passati ed evitare l’inquinamento delle acque dei nostri torrenti. Un tema caro al Movimento e che finalmente è stato tradotto in disposizione normativa.
Un lavoro lungimirante, che risponde alle esigenze del presente e pone basi nuove per il futuro, affinché l’interesse economico del singolo e la logica del profitto non prendano il sopravvento sulla salute pubblica.
L’intensa esperienza di questi mesi dimostra che quando si opera per la tutela degli interessi dei cittadini, per l’ambiente e la qualità della vita, le diverse esperienze e punti di vista di chi siede al tavolo del confronto non sono un limite, ma un arricchimento capace di tradursi in benefici per tutta la comunità.
Comunicato stampa
Rete