Siamo molto preoccupati per l’incuranza con cui il Congresso di Stato continua a emanare decreti pericolosi per il Paese e per la superficialità dei partiti di maggioranza che se ne accorgono solo quando arrivano in Consiglio e ascoltano le prese di posizione di RETE. Ci riferiamo al Decreto 173 che fissa lo spread massimo, ovvero il margine di guadagno, che le banche possono applicare ai tassi di interesse sui mutui prima casa. Si tratta di un provvedimento che viene emanato annualmente, ma che oggi assume un rilievo politico, dal momento in cui il costo del denaro, con riferimento all’ Euribor a 6 mesi, è passato da negativo a quasi il 4% in 2 anni. I tassi massimi previsti da questo Decreto sarebbero stati:
- Mutui fino a 15 anni tasso 7,30% (Euribor 3,90 + spread 3,40)
- Mutui da 16 a 20 anni tasso 8,20% (Euribor 3,90 + spread 4,30)
- Mutui da 21 a 25 anni tasso 8,80% (Euribor 3,90 + spread 4,90)
L’aumento delle rate dei mutui e l’incapacità delle famiglie a farvi fronte è diventata una vera e propria piaga sociale e siamo convinti che la politica non si possa nascondere dietro la giustificazione che “si è fatto sempre così, anche gli scorsi anni”. Il dovere dell'aula consiliare è anche fare con umiltà un mea culpa, se si è sottovalutata la portata di un provvedimento e, una volta visti gli effetti distorsivi, lavorare alle correzioni. Non possiamo decretare che il tasso massimo sui mutui prima casa possa essere, a seconda della durata, ben oltre il 7% fino ad arrivare quasi al 9%! Dobbiamo dare una risposta concreta alle famiglie in difficoltà e, per farlo, serve uno “spread politico” sui mutui prima casa per poter alleggerire le rate. Chi si autoproclama forza politica sensibile alle politiche abitative non può portare in aula un provvedimento che prevede tassi vicini all’usura da applicare a chi ha un mutuo prima casa. Auspichiamo che il Governo si faccia parte attiva della trattativa al fine di portare questo "spread politico" attorno al 2%, anche in virtù dei tanti aiuti di Stato con i quali il nostro Paese ha salvato il nostro sistema bancario e anche perché buona parte degli interessi sono a carico del bilancio dello Stato. È un intervento dovuto, visto il rialzo dei tassi, anche perché questo provvedimento ci dà un’occasione unica per stabilire un principio sacrosanto: sui mutui prima casa le banche non possono marginare più del dovuto. Solo dopo la fortissima protesta di RETE in Aula, il governo e la maggioranza si sono accorti che forse non era il caso di procedere con la ratifica di un decreto al limite dell’usura. Siamo orgogliosi di aver contribuito a far ritirare il decreto 173/2023 che avrebbe potuto rappresentare un colpo letale ai cittadini e alle famiglie che stanno pagando un mutuo prima casa.
C.s. Movimento RETE