Non importa che da settimane si susseguano le denunce delle persone colpite dalla famigerata norma sulle indennità di malattia. Non importano le vicende personali, familiari, lavorative degli individui che devono subire le votazioni scellerate di un Consiglio che in gran parte rappresenta interessi lontani da quelli reali del paese. Non importa che la dignità del malato venga calpestata in nome di una fittizia spending review. L’ISS difende a spada tratta il provvedimento sull’indennità di malattia nascondendosi dietro fredde argomentazioni che evidenziano, ancora una volta, come i pazienti siano diventati clienti e ogni cliente sia solo un codice iss da spremere fino all’ultimo centesimo.
L’intento principale della norma, sottolinea Bianca Caruso dalla Direzione Generale ISS, è ridurre gli abusi al ricorso all’indennità di malattia che costa allo Stato 13 milioni di euro l’anno. Niente di nuovo, Mussoni e il suo Bene Comune avevano più volte evidenziato con toni entusiastici, al momento dell’approvazione in Consiglio, come il provvedimento servisse a questo scopo. Praticamente sarebbe come dire che siccome c’è qualche automobilista che supera i limiti di velocità, invece di sanzionarlo personalmente si vanno a multare indiscriminatamente tutti gli automobilisti. Una genialata!
In questo modo tutti quelli che negli anni hanno veramente abusato dell’indennità con la compiacenza di qualche medico non solo non vengono colpiti ma finiscono nel mucchione, i medici professionalmente discutibili non vengono individuati e rimossi, e la gente perbene è obbligata a pagare anche per loro. Interessante poi che, con tutti gli ambiti di spreco su cui intervenire, il governo vada ad agire proprio sulle indennità di malattia, colpendo i più indifesi. A parlare di abusi e di spending review sono Segretari di Stato con stipendi da oltre 60mila euro all’anno e direttori sanitari con stipendi da oltre 100mila euro l’anno. Oltre al danno, la beffa. Paghiamo profumati stipendi a gente che taglia i nostri diritti..e che sostiene di farlo per il nostro bene.
Ci viene detto che in nessun paese europeo l’indennità di malattia è pari al 100% e che quindi è giusto tagliarla. Ma San Marino non era un paese all’avanguardia in materia di sanità, un esempio da seguire per tutti gli altri paesi? E allora forse sarebbe il caso che si adeguassero gli altri paesi al nostro modello, invece che il contrario! Specialmente quando l’adeguamento, come in questo caso, incide in maniera negativa sulla cittadinanza e va a colpire un diritto acquisito. Acquisito grazie ad anni di lotte dei nostri nonni e bisnonni, per la precisione.
Mussoni continua a farsi scudo dei suoi direttori del Comitato esecutivo per giustificare un provvedimento iniquo e deleterio. Ma cos’hanno da dire i partiti che quel provvedimento l’hanno difeso e votato? Nel loro programma elettorale, DC, AP, NS e PSD scrivevano “Il complesso di istituti che formano lo stato sociale sono un pilastro della coesione di questa nostra comunità e si basano sul principio che nessuno deve essere lasciato indietro ed emarginato”. Come spiegano allora l’opera di smantellamento in atto? Come giustificano il senso di abbondono degli individui di fronte a politici troppo occupati a fare i conti per curarsi delle conseguenze delle proprie leggi?
A questo governo non manca solo la capacità progettuale, manca soprattutto l’umanità.
Movimento R.E.T.E.
L’intento principale della norma, sottolinea Bianca Caruso dalla Direzione Generale ISS, è ridurre gli abusi al ricorso all’indennità di malattia che costa allo Stato 13 milioni di euro l’anno. Niente di nuovo, Mussoni e il suo Bene Comune avevano più volte evidenziato con toni entusiastici, al momento dell’approvazione in Consiglio, come il provvedimento servisse a questo scopo. Praticamente sarebbe come dire che siccome c’è qualche automobilista che supera i limiti di velocità, invece di sanzionarlo personalmente si vanno a multare indiscriminatamente tutti gli automobilisti. Una genialata!
In questo modo tutti quelli che negli anni hanno veramente abusato dell’indennità con la compiacenza di qualche medico non solo non vengono colpiti ma finiscono nel mucchione, i medici professionalmente discutibili non vengono individuati e rimossi, e la gente perbene è obbligata a pagare anche per loro. Interessante poi che, con tutti gli ambiti di spreco su cui intervenire, il governo vada ad agire proprio sulle indennità di malattia, colpendo i più indifesi. A parlare di abusi e di spending review sono Segretari di Stato con stipendi da oltre 60mila euro all’anno e direttori sanitari con stipendi da oltre 100mila euro l’anno. Oltre al danno, la beffa. Paghiamo profumati stipendi a gente che taglia i nostri diritti..e che sostiene di farlo per il nostro bene.
Ci viene detto che in nessun paese europeo l’indennità di malattia è pari al 100% e che quindi è giusto tagliarla. Ma San Marino non era un paese all’avanguardia in materia di sanità, un esempio da seguire per tutti gli altri paesi? E allora forse sarebbe il caso che si adeguassero gli altri paesi al nostro modello, invece che il contrario! Specialmente quando l’adeguamento, come in questo caso, incide in maniera negativa sulla cittadinanza e va a colpire un diritto acquisito. Acquisito grazie ad anni di lotte dei nostri nonni e bisnonni, per la precisione.
Mussoni continua a farsi scudo dei suoi direttori del Comitato esecutivo per giustificare un provvedimento iniquo e deleterio. Ma cos’hanno da dire i partiti che quel provvedimento l’hanno difeso e votato? Nel loro programma elettorale, DC, AP, NS e PSD scrivevano “Il complesso di istituti che formano lo stato sociale sono un pilastro della coesione di questa nostra comunità e si basano sul principio che nessuno deve essere lasciato indietro ed emarginato”. Come spiegano allora l’opera di smantellamento in atto? Come giustificano il senso di abbondono degli individui di fronte a politici troppo occupati a fare i conti per curarsi delle conseguenze delle proprie leggi?
A questo governo non manca solo la capacità progettuale, manca soprattutto l’umanità.
Movimento R.E.T.E.
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