La giustizia di Massimo Andrea Ugolini è un mondo fantastico in cui tutto è permesso. Anche dimenticare la storia di qualche anno fa, di un Consiglio Giudiziario Plenario in cui i magistrati sfiduciarono il dirigente del Tribunale, facendo finta che nulla sia accaduto. Ora si cambiano le chiavi di una porta e si rimette sul trono l’ex regina. Se poi la maggioranza dei giudici protesta, l’opposizione è annichilita, il Consiglio d’Europa si arrabbia e gli avvocati scioperano, Ugolini – perso nel suo mondo di fantasia dove tutto si può – dà la colpa ai malvagi. I malvagi sono sempre presenti in ogni storia fantastica e servono a spiegare come il cavaliere, nella lotta fra il bene e il male, mette in salvo la regina. Solo che Ugolini non ha ancora capito di essere manovrato e che i suoi suggeritori stanno nel macchione e lo lasciano solo, esposto al ridicolo e ai rimbrotti degli organismi internazionali. Lo sfascio della giustizia l’hanno fatto avviare a lui quando era presidente della Commissione Affari di Giustizia, glielo hanno fatto perfezionare in questa legislatura con l’espulsione di Guzzetta, lo faranno continuare con la prossima cacciata di Buriani, giusto per dare soddisfazione al collega di governo Roberto Ciavatta che era stato rinviato a giudizio proprio da Buriani. Sì, perché questo è il governo che si muove sul Tribunale come un bulldozer, che ha al suo interno un rinviato a giudizio, e, fra i maggiori sponsor, ex indagati eccellenti, persone già condannate in primo grado e avvocati di VIP indagati e condannati in primo grado. Tutti in grande spolvero dopo gli interventi del greve e ignaro segretario alla giustizia. È un totale e completo disastro in cui le lancette della storia saranno riportate all’indietro. Il conto Mazzini sarà solo una storiella per ridere, raccontata la sera dopo qualche birretta e le tangenti saranno solo il frutto di invenzioni politiche come piace tanto, oltre alla Dc e a Npr, anche alla Nuova Rete 2.0. Questo è il fantastico mondo di Massimo Andrea Ugolini, a cui lui crede per davvero. Non si accorge che le persone che gli sono vicine, e stanno nel macchione, non riescono a contenere la felicità per la prossima implosione del più grande processo su politica e tangenti della storia del Paese. Repubblica Futura ritiene che si era avviata una fase nuova nella giustizia tesa a velocizzare i processi, rendere uguali i cittadini e gli avvocati rispetto all’amministrazione della giustizia, modernizzare l’organizzazione di un apparato che fino ai governi Dc-Pss era fermo a regole ancestrali. Il comunicato di Massimo Andrea Ugolini all’ordine degli avvocati è patetico nel tono e nella sostanza e mostra l’assoluta inesistenza di una proposta politica per il futuro della giustizia. Ma lui non lo sa. Se ci fosse stata l’urgenza di un nuovo dirigente, non ci sarebbe stata la necessità di buttare dalla finestra chi con capacità già ricopriva il ruolo senza avere una persona per la sostituzione. A meno che l’ex regina voglia tornare a regnare per mezzo di un giovane principe a cui suggerire cosa fare. Non è così che si governa e soprattutto questo è il modo migliore per fare perdere fiducia ai cittadini e a chi opera nel settore, facendo capire che c’è una giustizia diversa, superiore, a cui accedere attraverso il fantastico mondo di Massimo Andrea Ugolini, dove tutto è concesso e tutto è possibile. Anche la “terra da ceci” profetizzata da uno zio eccellente, il vate ritrovato del nuovo corso dei quarantaquattro gatti.
Repubblica Futura