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Scatta da mercoledì 11 novembre, fino al 23 dicembre, l’abbattimento delle tariffe per le mense scolastiche riminesi

9 nov 2020
Scatta da mercoledì 11 novembre, fino al 23 dicembre, l’abbattimento delle tariffe per le mense scolastiche riminesi

Partirà mercoledì 11 novembre l’abbattimento delle tariffe per le mense scolastiche riminesi, che durerà fino il 23 dicembre. Saranno circa tremila le famiglie a beneficiare, potenzialmente, del taglio delle tariffe, esclusivamente per le due mensilità di novembre e dicembre, grazie ad un investimento di 420 mila euro. Un potenziale di circa 677 mila pasti tra scuole d’infanzia e nidi comunali (0-6 anni), le scuole d’infanzia statali e le scuole primarie statali. Il beneficio potrà arrivare ad un massimo di 150 euro a famiglia, in proporzione al numero di pasti effettivamente consumati. Per accedere è necessario presentare l’Isee che, a seconda del ciclo scolastico frequentato, ha soglie di accesso diversificate. “Il potenziamento del diritto allo studio – sottolinea l’assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini, Mattia Morolli – fa parte delle misure messe in campo dall’Amministrazione di Rimini per sostenere le famiglie riminesi in questa difficile contingenza storica.Un intervento straordinarico che riguarda oltre 3.500 famiglie riminesi a cui siamo arrivatianche grazie al lavoro delle insegnanti referenti per la mensa e al costante confronto con i genitori. Un investimento reso possibile, oltre che da specifiche scelte di bilancio, anche grazie ai finanziamenti ottenuti da Ministero e Regione come premio per le valutazione di alta qualità ricevuta dalle nostre mense, improntate sul biologico. Risorse che abbiamo deciso di investire subito a vantaggio delle famiglie riminesi, con lo scopo di permettere a tutte le famiglie che ne hanno bisogno di poter continuare ad usufruire delle mense scolastiche riminesi, anche in un momento di difficoltà economica. Lo strumento dell’Isee ci permetterà di parametrare i contibuti ai reali bisogni, in modo da poter sostenere prioritariamente chi è più in difficoltà”.




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