Domani Motus Liberi, giovanissima formazione politica, si unisce al coro di preoccupazione sulla stato di salute della sanità sammarinese. Volendo cogliere il lato positivo del loro intervento potremmo rallegrarci del fatto che hanno inteso mettere tra le proprie priorità il ruolo dell’Istituto per la Sicurezza Sociale.
Su tutto il resto dobbiamo registrare una modalità ed un approccio che di “giovane” non ha nulla, molto approssimativo, con diverse inesattezze e distorsioni della realtà, tacciando come del tutto inefficaci le soluzioni che la Segreteria di Stato e l’Istituto per la Sicurezza Sociale stanno mettendo in campo, senza, del resto, proporre alcuna alternativa.
Sostenere che il medico a San Marino non può fare la Libera Professione è una palese falsità.
Proprio ieri rispondendo ad una interrogazione parlamentare abbiamo fornito i dati sull’attività svolta in libera professione dal personale sanitario dell’ISS:
Nel 2018 sono 155 i dipendenti ISS che hanno fatto richiesta di esercitare la libera professione intramuraria, di cui 78 medici; 69 sono i dipendenti ISS che hanno fatto richiesta, nel 2018 di esercitare la libera professione extramuraria nelle 45 strutture convenzionate. Di questi ultimi, i medici sono 56.
Guardando invece i risultati economici questi sono i dati degli incassi da attività libero professionale registrati dall’ISS negli ultimi anni:
€ 1.762.481,01 anno 2014
€ 1.789.163,88 anno 2015
€ 1.832.387,01 anno 2016
€ 2.041.359,75 anno 2017
Cosa vorranno poi dire con “la formazione medica in San Marino è praticamente inesistente e che i medici sono obbligati a frequentare corsi fuori territorio”? La cosa importante è che i medici, come del resto tutti i professionisti, devono continuamente aggiornarsi e quindi partecipare ad attività formative certificate. Il dove farlo crediamo sia proprio un non problema. In tal senso, da parecchi anni, l’ISS pianifica un Piano Annuale della Formazione frutto della condivisione tra il Comitato Esecutivo e i Responsabili delle Unità Organizzative.
Sugli aspetti retributivi e pensionistici, consigliamo ai nostri giovani Motus Liberi di leggere attentamente il progetto di Legge che verrà discusso la prossima settimana e che, tra le altre cose, contiene risposte concrete ed efficaci sia su questi aspetti, ma anche su molti altri.
Il tema principale su cui intervenire è quello di recuperare competitività nell’ambito di un mercato del lavoro che sta diventando sempre più competitivo e privo delle risorse necessarie a soddisfare tutte le richieste. Recuperare competitività significa non solo adeguare la tabella retributiva del settore, ma introdurre modalità contrattuali più flessibili e capaci di premiare la professionalità e la meritocrazia, oggi assolutamente non presenti nel nostro sistema. Regole che permettano al medico di svolgere attività di docenza, che prevedano regole puntuali sulla Educazione Continua in Medicina a supporto dei piani formativi aziendali, che permetta la possibilità di prestare la propria opera anche dopo la pensione, che permetta di svolgere la libera professione sulla base del rapporto di lavoro instaurato con l’Istituto.
Il Piano Sanitario e Socio Sanitario evidenzia come “il successo di un’organizzazione complessa come l’ISS, e quindi il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano, non può prescindere dalla valorizzazione delle professionalità presenti nell’organizzazione, in quanto il rapporto operatore-cittadino è fortemente caratterizzato dal livello di personalizzazione, appropriatezza e umanizzazione delle prestazioni. Il fattore umano è, quindi, elemento strategico che influisce direttamente sulla quantità e qualità dell’assistenza nonché sul livello di soddisfazione di coloro che utilizzano i servizi sanitari e socio-sanitari”.
Le azioni che stiamo mettendo in campo, dai concorsi, alle leggi, agli accordi tecnici e politici con i territori a noi vicini, sono tutte finalizzate alla valorizzazione delle professionalità e del fattore umano con lo scopo di perseguire gli obiettivi di politica sanitaria che il nostro paese si è dato attraverso il Piano Sanitario e Socio Sanitario Nazionale.
Tutto questo va accompagnato da una sempre maggiore integrazione del nostro sistema con quelli a noi vicini, per far cresce e consolidare la logica di rete assistenziale che può permettere al nostro paese di offrire la giusta prospettiva per ottimizzare le attività, le risorse e la qualità dei servizi offerti.
La complessità della realtà che contraddistingue l’attività quotidiana del nostro Istituto per la Sicurezza Sociale merita riflessioni e considerazioni che non possono passare attraverso logiche di parte, posizioni artatamente costruite per speculazioni politiche di breve respiro. Le criticità vanno affrontate avendo sempre chiaro il valore e il ruolo fondamentale che il diritto alla salute rappresenta per la nostra comunità.
Su tutto il resto dobbiamo registrare una modalità ed un approccio che di “giovane” non ha nulla, molto approssimativo, con diverse inesattezze e distorsioni della realtà, tacciando come del tutto inefficaci le soluzioni che la Segreteria di Stato e l’Istituto per la Sicurezza Sociale stanno mettendo in campo, senza, del resto, proporre alcuna alternativa.
Sostenere che il medico a San Marino non può fare la Libera Professione è una palese falsità.
Proprio ieri rispondendo ad una interrogazione parlamentare abbiamo fornito i dati sull’attività svolta in libera professione dal personale sanitario dell’ISS:
Nel 2018 sono 155 i dipendenti ISS che hanno fatto richiesta di esercitare la libera professione intramuraria, di cui 78 medici; 69 sono i dipendenti ISS che hanno fatto richiesta, nel 2018 di esercitare la libera professione extramuraria nelle 45 strutture convenzionate. Di questi ultimi, i medici sono 56.
Guardando invece i risultati economici questi sono i dati degli incassi da attività libero professionale registrati dall’ISS negli ultimi anni:
€ 1.762.481,01 anno 2014
€ 1.789.163,88 anno 2015
€ 1.832.387,01 anno 2016
€ 2.041.359,75 anno 2017
Cosa vorranno poi dire con “la formazione medica in San Marino è praticamente inesistente e che i medici sono obbligati a frequentare corsi fuori territorio”? La cosa importante è che i medici, come del resto tutti i professionisti, devono continuamente aggiornarsi e quindi partecipare ad attività formative certificate. Il dove farlo crediamo sia proprio un non problema. In tal senso, da parecchi anni, l’ISS pianifica un Piano Annuale della Formazione frutto della condivisione tra il Comitato Esecutivo e i Responsabili delle Unità Organizzative.
Sugli aspetti retributivi e pensionistici, consigliamo ai nostri giovani Motus Liberi di leggere attentamente il progetto di Legge che verrà discusso la prossima settimana e che, tra le altre cose, contiene risposte concrete ed efficaci sia su questi aspetti, ma anche su molti altri.
Il tema principale su cui intervenire è quello di recuperare competitività nell’ambito di un mercato del lavoro che sta diventando sempre più competitivo e privo delle risorse necessarie a soddisfare tutte le richieste. Recuperare competitività significa non solo adeguare la tabella retributiva del settore, ma introdurre modalità contrattuali più flessibili e capaci di premiare la professionalità e la meritocrazia, oggi assolutamente non presenti nel nostro sistema. Regole che permettano al medico di svolgere attività di docenza, che prevedano regole puntuali sulla Educazione Continua in Medicina a supporto dei piani formativi aziendali, che permetta la possibilità di prestare la propria opera anche dopo la pensione, che permetta di svolgere la libera professione sulla base del rapporto di lavoro instaurato con l’Istituto.
Il Piano Sanitario e Socio Sanitario evidenzia come “il successo di un’organizzazione complessa come l’ISS, e quindi il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano, non può prescindere dalla valorizzazione delle professionalità presenti nell’organizzazione, in quanto il rapporto operatore-cittadino è fortemente caratterizzato dal livello di personalizzazione, appropriatezza e umanizzazione delle prestazioni. Il fattore umano è, quindi, elemento strategico che influisce direttamente sulla quantità e qualità dell’assistenza nonché sul livello di soddisfazione di coloro che utilizzano i servizi sanitari e socio-sanitari”.
Le azioni che stiamo mettendo in campo, dai concorsi, alle leggi, agli accordi tecnici e politici con i territori a noi vicini, sono tutte finalizzate alla valorizzazione delle professionalità e del fattore umano con lo scopo di perseguire gli obiettivi di politica sanitaria che il nostro paese si è dato attraverso il Piano Sanitario e Socio Sanitario Nazionale.
Tutto questo va accompagnato da una sempre maggiore integrazione del nostro sistema con quelli a noi vicini, per far cresce e consolidare la logica di rete assistenziale che può permettere al nostro paese di offrire la giusta prospettiva per ottimizzare le attività, le risorse e la qualità dei servizi offerti.
La complessità della realtà che contraddistingue l’attività quotidiana del nostro Istituto per la Sicurezza Sociale merita riflessioni e considerazioni che non possono passare attraverso logiche di parte, posizioni artatamente costruite per speculazioni politiche di breve respiro. Le criticità vanno affrontate avendo sempre chiaro il valore e il ruolo fondamentale che il diritto alla salute rappresenta per la nostra comunità.
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