Stiamo vivendo un momento di forte tensione sia perché la ripresa economica stenta ad arrivare e le poche riforme fatte non stanno dando i frutti sperati, sia politica a causa delle grandi manovre pre-elettorali, che vedono fiorire ipotesi di alleanze e coalizioni, ma anche le prime scaramucce da campagna elettorale.
In questo quadro l’elemento che ovviamente ne risente maggiormente è il Paese, sempre più diviso e alla ricerca di risposte concrete che tardano (forse) ad arrivare.
Sono molte le riforme annunciate, che però non trovano compimento e l’atmosfera che si respira, ci fa pensare che rimarranno incompiute, perché spiazzate dall’impegno preponderante nel cercare di delineare le alleanze in vista delle prossime elezioni.
La realtà vede un Governo che oggi, a parte la riforma fiscale, di cui però devono ancora essere analizzati i dati in modo accurato per capirne il risultato, non ha prodotto alcuna riforma di rilievo. Dopo tre anni di legislatura sembra che la maggioranza non abbia ancora un pensiero concreto, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di diversi suoi esponenti, che affermano la fine della legislatura. Le riforme, soprattutto quelle importanti, hanno bisogno di un tempo tecnico, purtroppo non breve, per essere realizzate e messe in atto concretamente e soprattutto di una maggioranza solida e non sfilacciata come quella attuale.
San Marino ha bisogno di risposte certe e queste si possono avere solo con delle riforme importanti. Non possiamo permetterci più di tentennare, dobbiamo dare concretezza a un progetto sicuramente ambizioso ma realizzabile, che compia le riforme necessarie e quelle non ancora attuate, sappia investire nel futuro di San Marino e abbia il coraggio di programmarlo.
In questo senso, serve una svolta politica decisa, in grado di mettere in gioco le forze migliori del Paese e della società e che rispetti il principio scritto nella nostra legge elettorale, quello dell’alternanza democratica, tra il polo riformista e quello conservatore: questo non per fare progetti contro qualcuno, ma progetti per il Paese. San Marino, adesso, ha bisogno di progetti chiari, di persone credibili e non di ammucchiate che vanno bene per ogni stagione o di “prime donne” disposte a tutto pur di avere un minimo di visibilità e di potere.
La politica deve riprendere in mano il proprio ruolo e perseguire un progetto politico per il Paese che sappia essere coerente con i propri valori, attuale, ma con un’attenzione particolare alla programmazione a medio e lungo termine: deve fare concretamente ciò che a parole dice.
Se all’interno della maggioranza stessa qualcuno sostiene che “le fusioni a freddo non funzionano” e che “la coalizione San Marino Bene Comune è nata con l’intento di fronteggiare l’emergenza economica, finanziaria e sociale” ma, rispondendosi con la sua prima affermazione, aggiunge che “è abbastanza chiaro che questa maggioranza non riuscirà a portare a compimento tutte queste riforme”, direi che è abbastanza evidente che è giunto il momento di cambiare e che, in base al principio “che la legge elettorale vigente promuove l’alternanza democratica”, sia ora di dare vita a un soggetto fatto di quelle “forze politiche che intendono dare sostanza alle riforme strutturali divenute necessarie e urgenti per dare una prospettiva seria e credibile alla nostra comunità”, che per noi di si concretizza attraverso il Tavolo Riformista, quale “punto di riferimento di un’alleanza di centrosinistra che si fondi sulla collaborazione tra il centro riformista, la sinistra democratica e chi tra i movimenti civici ha mostrato di volersi mettere a disposizione del Paese in un progetto di governo”, serio, concreto, efficace ed efficiente.
Sinistra Unita
In questo quadro l’elemento che ovviamente ne risente maggiormente è il Paese, sempre più diviso e alla ricerca di risposte concrete che tardano (forse) ad arrivare.
Sono molte le riforme annunciate, che però non trovano compimento e l’atmosfera che si respira, ci fa pensare che rimarranno incompiute, perché spiazzate dall’impegno preponderante nel cercare di delineare le alleanze in vista delle prossime elezioni.
La realtà vede un Governo che oggi, a parte la riforma fiscale, di cui però devono ancora essere analizzati i dati in modo accurato per capirne il risultato, non ha prodotto alcuna riforma di rilievo. Dopo tre anni di legislatura sembra che la maggioranza non abbia ancora un pensiero concreto, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di diversi suoi esponenti, che affermano la fine della legislatura. Le riforme, soprattutto quelle importanti, hanno bisogno di un tempo tecnico, purtroppo non breve, per essere realizzate e messe in atto concretamente e soprattutto di una maggioranza solida e non sfilacciata come quella attuale.
San Marino ha bisogno di risposte certe e queste si possono avere solo con delle riforme importanti. Non possiamo permetterci più di tentennare, dobbiamo dare concretezza a un progetto sicuramente ambizioso ma realizzabile, che compia le riforme necessarie e quelle non ancora attuate, sappia investire nel futuro di San Marino e abbia il coraggio di programmarlo.
In questo senso, serve una svolta politica decisa, in grado di mettere in gioco le forze migliori del Paese e della società e che rispetti il principio scritto nella nostra legge elettorale, quello dell’alternanza democratica, tra il polo riformista e quello conservatore: questo non per fare progetti contro qualcuno, ma progetti per il Paese. San Marino, adesso, ha bisogno di progetti chiari, di persone credibili e non di ammucchiate che vanno bene per ogni stagione o di “prime donne” disposte a tutto pur di avere un minimo di visibilità e di potere.
La politica deve riprendere in mano il proprio ruolo e perseguire un progetto politico per il Paese che sappia essere coerente con i propri valori, attuale, ma con un’attenzione particolare alla programmazione a medio e lungo termine: deve fare concretamente ciò che a parole dice.
Se all’interno della maggioranza stessa qualcuno sostiene che “le fusioni a freddo non funzionano” e che “la coalizione San Marino Bene Comune è nata con l’intento di fronteggiare l’emergenza economica, finanziaria e sociale” ma, rispondendosi con la sua prima affermazione, aggiunge che “è abbastanza chiaro che questa maggioranza non riuscirà a portare a compimento tutte queste riforme”, direi che è abbastanza evidente che è giunto il momento di cambiare e che, in base al principio “che la legge elettorale vigente promuove l’alternanza democratica”, sia ora di dare vita a un soggetto fatto di quelle “forze politiche che intendono dare sostanza alle riforme strutturali divenute necessarie e urgenti per dare una prospettiva seria e credibile alla nostra comunità”, che per noi di si concretizza attraverso il Tavolo Riformista, quale “punto di riferimento di un’alleanza di centrosinistra che si fondi sulla collaborazione tra il centro riformista, la sinistra democratica e chi tra i movimenti civici ha mostrato di volersi mettere a disposizione del Paese in un progetto di governo”, serio, concreto, efficace ed efficiente.
Sinistra Unita
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