Lo scorso marzo il Parlamento Europeo ha affermato (e approvato) che le unioni civili tra persone dello stesso sesso rappresentano una questione di diritti umani e civili mentre venerdì 26 giugno è stata la volta della Corte Suprema degli Stati Uniti, la quale ha stabilito che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie omosessuali: questo significa che tutti i 50 Stati dovranno permettere a due persone dello stesso sesso di sposarsi e avere il riconoscimento dei matrimoni contratti in qualsiasi parte del Paese. San Marino sta preferendo invece un approccio talmente distaccato alla questione, tanto da non metterla in agenda, come se il nostro rimanere indietro rispetto le altre democrazie sia un vanto! “Peccato” che con il percorso di avvicinamento all’UE questo sia un tema che prima o poi la nostra classe politica e il Paese dovranno affrontare. Ancora da noi stiamo discutendo sul fatto che “non è giusto chiamarlo “matrimonio” perché quello è tra due eterosessuali, meglio “unioni civili” perché sono cose diverse”. Vi sembra davvero questo il nocciolo del problema? Preferiamo dibattere su un nome comune piuttosto che dare diritti a persone che ad oggi hanno solo doveri, che hanno limitazioni, che vengono svilite nel proprio essere! Per non parlare del fatto che, in ogni caso, che sia “matrimonio” o “unione”, si spera sempre che sia “civile”. Preferiamo aspettare che qualcuno ci imponga un risveglio di coscienza? Perché mentre da noi si glissa miseramente sulla questione, ci sono vite in carne ed ossa che si amano, che vorrebbero costruire un futuro insieme, che pagano le tasse, che lavorano e che stanno subendo sia la crisi economica che culturale. Su internet c’è un post che meglio di ogni altro ha centrato il punto, affermando: “Preoccupatevi degli uomini che vogliono uccidersi fra loro piuttosto che di quelli che vogliono amarsi!” Non esistono amori di serie A e di serie B. La lezione che ci è arrivata dagli USA è chiara. Smettiamo di temporeggiare e torniamo ad essere all'altezza della nostra storia.
Comunicato Stampa
Sinistra Unita
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