Mentre quel che resta del governo cincischia nelle sue faccende, l’organo di vigilanza finanziaria di San Marino, Banca Centrale (BCSM), sembra in panne.
Stiamo ancora attendendo notizie sulla valutazione dei curriculum arrivati per il ruolo di presidente di BCSM e soprattutto dei criteri di trasparenza e terzietà rispetto alla politica che verranno utilizzati per la selezione nonché degli obiettivi del suo mandato.
Si era proposto che tali aspetti venissero determinati in Commissione Finanze, ma nessuna risposta è ancora giunta in merito.
Ci chiediamo quanto possano influire ora sul conferimento dell’incarico le notizie in merito al buco di bilancio che interesserebbe BCSM. Dalla bozza presentata da qualche giorno agli azionisti, pare che la gestione non possa ritenersi oculata: un buco di 3,3 milioni di euro, stipendi oltre la media (8 milioni complessivi, una media per dipendente di 80.000 euro l’anno), premi di produzione fuori controllo, servizi di tesoreria strapagati, aumento dei costi amministrativi.
Azionista per il 67% di BCSM è lo Stato: nonostante tale bilancio non sia ancora ufficiale, significa che BCSM deve rispondere ai cittadini rispetto alla sua gestione e giustificare l’aumento dei costi.
Non che alcune cose fossero del tutto segrete a chi sottoscrive gli accordi: ad esempio i costi per i servizi di BCSM agli enti della PA (tesoreria, esattoria ecc..) sono stabiliti dall’accordo triennale (2013-2015) tra BCSM e Congresso di Stato e che risulta in scadenza.
In tale accordo l’ex Segretario alle Finanze Felici ha stanziato l’importo di 2,8 milioni di euro come rimborso a BCSM per tali servizi agli enti (ISS, Aziende Autonome, Università, Ente di Stato per i Giochi ecc).
Che questi esborsi non si basassero su principi di economicità, viene riconosciuto anche quest’ anno nella relazione di bilancio dell’ISS , che segnala come il “contributo che l’ISS corrisponde a Banca Centrale [504.000 euro, n.d.a.] per il servizio di tesoreria è particolarmente oneroso e deriva da una disposizione normativa che potrebbe essere oggetto di rinegoziazione”.
Infatti gli Enti della PA non hanno alternative: devono riferirsi a BCSM. Ma del totale, più di 2 milioni sono rimborsi dell’Ecc.Camera: come venga giustificato un tale esborso sarebbe opportuno saperlo.
Alla luce di questi aspetti è ancora più urgente la determinazione degli obiettivi che il presidente di BCSM dovrebbe perseguire, il mandato che la politica intende conferirgli. Ecco alcune nostre proposte:
- rivisitazione dei costi di gestione, con una revisione al ribasso delle tariffe contenute nell’Accordo sui servizi erogati allo Stato;
- realizzazione entro breve della Centrale dei Rischi (per la quale risultano spesi €450.000 in consulenze), perseguendo l’effettivo recupero delle somme per le quali le banche hanno ottenuto il credito d’imposta per concessione del governo;
- sburocratizzazione e riposizionamento del settore finanziario che si ponga obiettivi sostenibili, non rischiosi e proporzionati alla nostra dimensione, permettendo l’acquisizione di quelle competenze e di quella cultura della legalità necessaria alla futura internazionalizzazione;
- identificazione di nicchie di specializzazione con prodotti appetibili per aumentare la raccolta, garantendo trasparenza e certificazione, nonchè l’avvio di studi di politiche di monete complementari per aumentare i consumi interni;
- un piano di conversione del personale verso i settori strategici identificati che non escluda di principio un ridimensionamento degli stipendi percepiti. Se è vero che BCSM è al momento sovradimensionata, è altrettanto vero che non possiamo permetterci ulteriore disoccupazione.
Il nuovo presidente e i vertici di BCSM dovranno promuovere l’attivazione di quei servizi in cui il personale in esubero deve essere coinvolto e formato (al contrario, abbiamo delegato anche la gestione di Fondiss) in modo fruttuoso per lo Stato;
- infine eliminare le ingerenze politiche in BCSM (ci sono già sedi apposite per i rapporti tra politica e BCSM), e affrontare con determinazione i potenziali conflitti di interesse e le incompatibilità.
Stiamo ancora attendendo notizie sulla valutazione dei curriculum arrivati per il ruolo di presidente di BCSM e soprattutto dei criteri di trasparenza e terzietà rispetto alla politica che verranno utilizzati per la selezione nonché degli obiettivi del suo mandato.
Si era proposto che tali aspetti venissero determinati in Commissione Finanze, ma nessuna risposta è ancora giunta in merito.
Ci chiediamo quanto possano influire ora sul conferimento dell’incarico le notizie in merito al buco di bilancio che interesserebbe BCSM. Dalla bozza presentata da qualche giorno agli azionisti, pare che la gestione non possa ritenersi oculata: un buco di 3,3 milioni di euro, stipendi oltre la media (8 milioni complessivi, una media per dipendente di 80.000 euro l’anno), premi di produzione fuori controllo, servizi di tesoreria strapagati, aumento dei costi amministrativi.
Azionista per il 67% di BCSM è lo Stato: nonostante tale bilancio non sia ancora ufficiale, significa che BCSM deve rispondere ai cittadini rispetto alla sua gestione e giustificare l’aumento dei costi.
Non che alcune cose fossero del tutto segrete a chi sottoscrive gli accordi: ad esempio i costi per i servizi di BCSM agli enti della PA (tesoreria, esattoria ecc..) sono stabiliti dall’accordo triennale (2013-2015) tra BCSM e Congresso di Stato e che risulta in scadenza.
In tale accordo l’ex Segretario alle Finanze Felici ha stanziato l’importo di 2,8 milioni di euro come rimborso a BCSM per tali servizi agli enti (ISS, Aziende Autonome, Università, Ente di Stato per i Giochi ecc).
Che questi esborsi non si basassero su principi di economicità, viene riconosciuto anche quest’ anno nella relazione di bilancio dell’ISS , che segnala come il “contributo che l’ISS corrisponde a Banca Centrale [504.000 euro, n.d.a.] per il servizio di tesoreria è particolarmente oneroso e deriva da una disposizione normativa che potrebbe essere oggetto di rinegoziazione”.
Infatti gli Enti della PA non hanno alternative: devono riferirsi a BCSM. Ma del totale, più di 2 milioni sono rimborsi dell’Ecc.Camera: come venga giustificato un tale esborso sarebbe opportuno saperlo.
Alla luce di questi aspetti è ancora più urgente la determinazione degli obiettivi che il presidente di BCSM dovrebbe perseguire, il mandato che la politica intende conferirgli. Ecco alcune nostre proposte:
- rivisitazione dei costi di gestione, con una revisione al ribasso delle tariffe contenute nell’Accordo sui servizi erogati allo Stato;
- realizzazione entro breve della Centrale dei Rischi (per la quale risultano spesi €450.000 in consulenze), perseguendo l’effettivo recupero delle somme per le quali le banche hanno ottenuto il credito d’imposta per concessione del governo;
- sburocratizzazione e riposizionamento del settore finanziario che si ponga obiettivi sostenibili, non rischiosi e proporzionati alla nostra dimensione, permettendo l’acquisizione di quelle competenze e di quella cultura della legalità necessaria alla futura internazionalizzazione;
- identificazione di nicchie di specializzazione con prodotti appetibili per aumentare la raccolta, garantendo trasparenza e certificazione, nonchè l’avvio di studi di politiche di monete complementari per aumentare i consumi interni;
- un piano di conversione del personale verso i settori strategici identificati che non escluda di principio un ridimensionamento degli stipendi percepiti. Se è vero che BCSM è al momento sovradimensionata, è altrettanto vero che non possiamo permetterci ulteriore disoccupazione.
Il nuovo presidente e i vertici di BCSM dovranno promuovere l’attivazione di quei servizi in cui il personale in esubero deve essere coinvolto e formato (al contrario, abbiamo delegato anche la gestione di Fondiss) in modo fruttuoso per lo Stato;
- infine eliminare le ingerenze politiche in BCSM (ci sono già sedi apposite per i rapporti tra politica e BCSM), e affrontare con determinazione i potenziali conflitti di interesse e le incompatibilità.
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