Gli Stati membri dell’Unione Europea, Italia compresa, hanno deciso di viaggiare uniti per l’emergenza vaccini. L’obiettivo sperato era quello di arrivare prima e meglio. La realtà è stata un’altra e la conosciamo: i vaccini in Europa sono arrivati in ritardo laddove la Repubblica di San Marino è invece arrivata in fretta all’obiettivo, vaccinando i suoi cittadini con lo Sputnik, mai riconosciuto dall’EMA, per motivi a tutt’oggi sconosciuti. Abbiamo aperto il caso Sputnik quando ancora in Italia non c’erano vaccini disponibili, abbiamo chiesto in ogni sede di poter vaccinare anche i frontalieri italiani con il vaccino russo. Oggi abbiamo ancora un altro problema: su circa 15.000 italiani iscritti all’AIRE e 13.500 gli italiani quotidianamente presenti sul territorio di San Marino (considerando gli italiani con doppia cittadinanza, i residenti e quelli con il Permesso di soggiorno) circa 11.000 sono stati vaccinati con lo Sputnik e il problema, sorto dopo la decisione di prevedere il green pass, è che per lo Sputnik non c’era e non c’è ancora il riconoscimento. Insomma un vaccino fantasma! Tuttavia è bene ricordare che benché ancora privo di alcun riconoscimento è stato efficace, poiché San Marino ha potuto persino riaprire i locali da ballo! Quindi sia i nostri 11.000 italiani sia i cittadini sammarinesi, dal 6 agosto, pur essendo vaccinati, resteranno confinati e non potranno avere accesso in tutti i luoghi ovunque sarà richiesto il green pass. E dunque se prima in Europa mancavano i vaccini oggi quel che manca è il via libera al riconoscimento dello Sputnik. Ora (notizia di oggi) l’Europa ha deciso che circa il riconoscimento dello Sputnik sarà l’Italia a decidere. Non possiamo certo dimenticare di avere all’interno del territorio del nostro Paese due Stati: San Marino e il Vaticano. Ed è per questa ragione che oggi, abbiamo informato il Segretario di Stato Sammarinese Ciavatta – con il quale abbiamo ottimi rapporti – della decisione di chiedere al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al Ministro della Sanità Speranza di risolvere la questione che ora nelle mani dell’Italia.
I sindaci di Coriano e San Leo Domenica Spinelli e Leonardo Bindi