La possibilità di incidere positivamente sul Paese dipende dalla capacità di ideazione, di fare proposte lungimiranti e realizzabili, ma anche dalla consistenza, dalla forza politica che si mette in campo. Libera, PSD e PS hanno posto, indubbiamente, molteplici temi al centro del dibattito politico, quasi sempre sovrapponibili, ma l’azione è risultata meno efficace di quello che poteva essere a causa delle divisioni e della distinzione tra le appartenenze di maggioranza e di opposizione. Se nel 2019 i motivi per rimanere separati erano superiori rispetto a quelli trovare delle convergenze, ora le ragioni di una collaborazione stretta sono sicuramente preponderanti: San Marino necessita di una unione delle forze riformiste e la cittadinanza lamenta da anni la deriva frammentaria della sinistra. C’è chi ha scelto la strada della coabitazione, crediamo forzata, di storie ed ideali disomogenei. Noi pensiamo che sia più coerente ed onesta verso i sostenitori, la strada dell’unione tra partiti con impostazioni programmatiche simili e soprattutto che ragionano sulle stesse prospettive per il Paese. Riteniamo che l’intesa tra Libera, PSD e PS sia l’elemento più significativo delle prossime elezioni.
Sulla sfida dell’Accordo di Associazione
Non c’è dubbio sul fatto che l’Accordo di Associazione determinerà nei prossimi decenni il percorso storico della Repubblica di San Marino. Abbiamo ben chiaro il fatto che i problemi di cui abbiamo sofferto negli ultimi 15 anni, non si sarebbero evidenziati nel caso in cui avessimo avuto un rapporto di integrazione con l’Unione Europea, invece che un rapporto conflittuale – purtroppo innescato dalla catastrofica decisione di non firmare l’Accordo nel 2006 – con l’Italia. Le situazioni di esclusione, di black list, di utilizzo del nostro sistema economico, soprattutto della parte bancaria e finanziaria, come valvola di sfogo per attività illecite esterne, in sostanza di forte compromissione dell’immagine di San Marino non si sarebbero verificate. L’appartenenza al Mercato Unico Europeo, con il rispetto delle relative regole, avrebbe mutato anche il rapporto tra una classe politica dedita alla discrezionalità ed a una certa forma di impunità, rendendo molto meno esperibile la via del semi paradiso fiscale e del far west finanziario che dopo pochissimi anni di apparenti vacche grasse, ha presentato il salatissimo conto da pagare in termini di fallimenti bancari, onerosi interventi di sostegno pubblici conseguenti e mancato sviluppo in termini di occasioni serie perdute. Pensiamo che sostenere il cambiamento che viene richiesto dall’ingresso nel Mercato Unico Europeo voglia dire esattamente questo: smetterla di vederci come una anomalia nel contesto continentale, smetterla quindi di ritenere che noi possiamo aumentare il nostro benessere solo attraverso espedienti legislativi che esaltano la concorrenza (sleale). Pensiamo che San Marino debba e soprattutto possa svilupparsi attraverso le tante risorse in termini di competenze e di pilastri da sempre positivi: la posizione geografica, il tessuto economico vitale e dinamico, l’appartenenza a tutti i rilevanti organismi internazionali, ed ora anche l’accertata compliance rispetto a tutti gli standard di trasparenza. Quanti anni e quante opportunità abbiamo perso a causa di una serie di regole applichiamo da un decennio circa, senza avere la contropartita dell’essere trattati commercialmente e finanziariamente come i nostri paesi vicini? La prossima legislatura, per i nostri partiti, dovrà essere quella in cui tutti gli sforzi prodotti dal Paese negli ultimi tre lustri, troveranno ricompensa attraverso la messa a frutto delle tante potenzialità dell’Accordo di Associazione che si sta per firmare. A tutt’oggi, probabilmente, saranno più gli investitori esteri a riconoscere il passaggio epocale tra una economia ritenuta extracomunitaria ed una invece integrata nel mercato unico, e quindi a saper cogliere l’opportunità di inserirsi in un paese ancora vantaggioso fiscalmente, ma non più isolato e colpibile.
Sul perché questo condizionerà positivamente anche gli altri aspetti rilevanti
Da questo passaggio, su cui sarà necessario un massimo coinvolgimento della cittadinanza nella condivisione dei contenuti dell’accordo UE non più rinviabile, dovrà scaturire una linea programmatica e politica per il Paese votata al cambiamento. Il nuovo collocamento internazionale dovrà portare la Repubblica di San Marino a individuare nuove traiettorie di sviluppo economico, un progetto di sostenibilità energetica ed una necessaria riduzione del debito estero per garantire un futuro più luminoso ai nostri giovani. Questo è quello che abbiamo in testa: vincere queste sfide non come esercizio burocratico, ma riuscendo a tenere assieme la crescita del PIL con la crescita di altri indici, quelli che rappresentano la qualità della vita e la salvaguardia della sicurezza sociale. Riuscendo a tenere assieme l’esigenza di fare la nostra parte nella transizione ecologica e nella sostenibilità, con le esigenze dei più deboli e con le inquietanti conseguenze delle tendenze demografiche.
cs Matteo Ciacci (Segretario Libera) Gerardo Giovagnoli (Segretario Psd)