È ormai giunta all’approvazione la Legge “Tutela e sostegno della famiglia e della genitorialità’”. Sebbene la normativa abbia fatto dei grandi passi avanti sul tema della famiglia, dando una concreta risposta ad esigenze che da troppo tempo attendevano un loro soddisfacimento, non possiamo ritenerci comunque pienamente soddisfatti. Il versante della tutela della disabilità e del supporto ai familiari in difficoltà non solo non è stato valorizzato bensì, nel nuovo testo, risulta forse più carente. È infatti stato precisato, contrariamente a quanto stabilito dalla precedete disciplina – con dei margini interpretativi, che i cosiddetti “congedi parentali” possono essere concessi solamente in favore dei lavoratori residenti in territorio che abbiano necessità di cura di familiari anch’essi residenti. Rimangono quindi esclusi tutti quei lavoratori residenti, anche sammarinesi, che avrebbero bisogno di supportare un loro familiare che vive fuori San Marino. Ai lavoratori vengono applicati dunque trattamenti differenziati, non avendo accesso ai medesimi diritti e, ovviamente, non potendo usufruire degli analoghi istituti previsti nella vicina Italia. Siamo certi che si potevano e si dovevano trovare delle soluzioni; USL nei tavoli si era fatta promotrice di proposte di buon senso, ragionando in un’ottica redistributiva e di solidarietà. Non condividiamo tale impostazione neppure sul piano della tutela dei lavoratori frontalieri, pur comprendendo come tale aspetto vada inevitabilmente ricompreso nell'alveo più generale di una ridiscussione dei termini della convenzione Italia-San Marino, nell’ottica di favorire e stimolare un processo di reciprocità. Chiediamo vi sia una presa di coscienza e che venga subito sanata la disparità e ci rendiamo disponibili ad aprire un tavolo di confronto in merito. Basta alle discriminazioni sui lavoratori!
L’Unione Sammarinese dei Lavoratori