Notizie recenti come quelle prodotte dall’osservatorio Copernicus hanno evidenziato come il mese di gennaio 2024 sia stato: “il più caldo mai registrato a livello globale”. Le aziende al fine di mostrarsi sensibili al fenomeno del cambiamento climatico, non disdegnano investimenti all’insegna del green, anche perché si tratta di ottenere una reputazione spendibile sul mercato, ma occorre però che ci sia coerenza e che si investa anche sulla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, attivando tutti gli strumenti che servono a mitigare le temperature per migliorare gli ambienti lavorativi siano essi all’aperto o al chiuso. In tal senso non dappertutto, ma qualcosa si sta muovendo. Altro discorso è per chi lavora all’aperto. “Non bisogna mai dimenticarsi - afferma il Segretario Generale di USL - Francesca Busignani - che il più prezioso dei capitali di cui un’azienda dispone è quello umano. In questo senso bisogna aver ben presente che durante l’estate lavorare a certe temperature, oltre ad essere insostenibile a livello fisico, fa correre rischi non indifferenti. Mentre di investimenti materiali si comincia giustamente a vederne da parte delle ditte virtuose, non risultano ad oggi norme specifiche o protocolli operativi in merito. L’anno scorso, assieme alle altre OOSS, abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione sul problema delle temperature nei luoghi di lavoro, che siano al chiuso o all’aperto, ma passata l’urgenza non se ne è purtroppo più discusso. Il rischio anche questa volta è che l’apertura dei tavoli per trovare una soluzione, avvenga nel pieno del caldo o addirittura quando il problema sarà ancora una volta superato per motivi legati alla stagione. Bisogna trovare subito le soluzioni, adesso non domani; il concetto è semplice, chi presta la propria attività soprattutto all’aperto, ma anche al chiuso dove non ci sono strumenti per contrastare il fenomeno, si deve fermare nelle ore più calde, davanti alla salute e all’incolumità dei lavoratori non ci sono né ma né se che tengano. Stiamo affrontando gli effetti del cambiamento climatico e le estati diventeranno sempre più calde, così come sta avvenendo anche per gli inverni; siamo ormai di fronte ad un cambio strutturale e con soluzioni strutturali dobbiamo intervenire”. Alle riflessioni dell’SG di USL fanno seguito quelle del Segretario della Federazione Industria e Artigianato ed Edilizia USL, Daniele Tomasetti: “Ormai il caldo estivo raggiunge da anni temperature estreme anche superiori ai 35 gradi, bisogna affrontare l’argomento e che si ponga preventivo rimedio, per non trovarci in situazioni spiacevoli in cui sia la salute dei lavoratori a rimetterci! Nella cantieristica edile e stradale, determinati lavori, come stendere le guaine nei tetti con il cannello a gas, riusltano impossibili a certe temperature. È necessario che i piani di valutazione rischi delle singole aziende prendano in considerazione, anche a San Marino, le alte temperature come fattore di rischio per la salute e l’incolumità dei lavoratori sui posti di lavoro, per attivare tutti gli strumenti necessari a migliorare la qualità degli ambienti lavorativi”. Alla luce di quanto scritto è urgente riprendere il filo di un discorso iniziato ma non portato a termine. Auspichiamo che la Segreteria competente, senza una lettera di sollecito, ci convochi al più presto.
Comunicato stampa
Unione Sammarinese Lavoratori