Ha lasciato una lettera indirizzata alla moglie, l'ispettore della polizia municipale di Bellaria - Igea Marina, Attilio Sebastiani, che giovedì mattina si è suicidato nel suo ufficio al comando dei vigili urbani sparandosi un colpo di pistola al mento. Un suicidio che, per dinamiche e motivazioni, non lascia più alcun dubbio agli investigatori dei carabinieri di Rimini che hanno ricostruito le ultime ore di vita dell'ispettore. La Procura non procederà ad autopsia e nel giro di qualche giorno sarà disposta il nulla osta per la restituzione della salma.
L'uomo, dopo essere arrivato in ufficio a Bellaria, mentre era atteso in Tribunale a Rimini per un interrogatorio circa l'indagine che lo aveva coinvolto negli ultimi mesi, si è seduto alla scrivania e ha scritto la lettera indirizzata alla moglie, madre delle sue bimbe. Alcune righe manoscritte in cui l'uomo chiede perdono, si giustifica e spiega il perché del suo gesto anche in relazione alle indagini. Sebastiani sapeva di essere indagato da qualche tempo insieme al suo comandante e altri due vigili urbani, aveva studiato il suo caso leggendo il contenuto degli atti conoscibili, e aveva anche capito che taluni colleghi lo avevano accusato di certi reati che poi erano entrati nel fascicolo della Procura della Repubblica. Un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Rimini per i reati di abuso di ufficio e assenteismo dal posto di lavoro. Proprio giovedì mattina si doveva tenere l'interrogatorio davanti al gip di Rimini, come atto di garanzia per i 4 funzionari della Municipale di Bellaria indagati, prima dell'emissione delle misure interdittive, ossia la sospensione dal posto di lavoro. Ma Sebastiani in Tribunale non è mai arrivato.
L'uomo, dopo essere arrivato in ufficio a Bellaria, mentre era atteso in Tribunale a Rimini per un interrogatorio circa l'indagine che lo aveva coinvolto negli ultimi mesi, si è seduto alla scrivania e ha scritto la lettera indirizzata alla moglie, madre delle sue bimbe. Alcune righe manoscritte in cui l'uomo chiede perdono, si giustifica e spiega il perché del suo gesto anche in relazione alle indagini. Sebastiani sapeva di essere indagato da qualche tempo insieme al suo comandante e altri due vigili urbani, aveva studiato il suo caso leggendo il contenuto degli atti conoscibili, e aveva anche capito che taluni colleghi lo avevano accusato di certi reati che poi erano entrati nel fascicolo della Procura della Repubblica. Un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Rimini per i reati di abuso di ufficio e assenteismo dal posto di lavoro. Proprio giovedì mattina si doveva tenere l'interrogatorio davanti al gip di Rimini, come atto di garanzia per i 4 funzionari della Municipale di Bellaria indagati, prima dell'emissione delle misure interdittive, ossia la sospensione dal posto di lavoro. Ma Sebastiani in Tribunale non è mai arrivato.
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