Primo faccia a faccia tra il vice brigadiere della gendarmeria arrestato venerdì e il suo avvocato, che vuole aspettare prima di presentare istanza di scarcerazione. Nell'occasione, manifestata dal legale al gendarme anche la vicinanaza della sua famiglia. Intanto gli avvocati di Podeschi parlano di "spy story" e lamentano un “corto circuito mediatico giudiziario”..
Mirco Mazzocchi ha incontrato oggi ai Cappuccini il suo avvocato Fabio Di Pasquale, per la prima volta, visto che quando sono scattate le manette per il gendarme, venerdì scorso, il legale non era presente per motivi di salute e aveva delegato un collega. Il militare è accusato di favoreggiamento per aver fornito radio trasmittenti ai due detenuti Claudio Podeschi e Biljana Baruca. Gliele faceva utilizzare poi se le riportava in casa, dove le hanno trovate gli inquirenti. Quando è stato arrestato, Mazzocchi ha negato ogni addebito, ma le telecamere posizionate all'interno e all'esterno del carcere lo avrebbero immortalato, ed è stato l'attento e preciso lavoro della polizia giudiziaria a notare strani movimenti nel vagliare poi le immagini. Lui si sarebbe giustificato dicendo di aver procurato all'ex segretario di Stato solo un caricatore per rasoio elettrico. La perquisizione in casa però gli avrebbe dato torto. Intanto gli avvocati di Podeschi e Baruca parlano di storia sempre più somigliante ad una “spy story” e puntualizzano che nella cella del loro cliente non sono mai stati rinvenuti strumenti idonei a trasmissioni radio. La difesa, scrive, “lamenta il persistere di un corto circuito mediatico giudiziario che oltre a rappresentare le garanzie processuali quali fastidiosi ostacoli sulla strada di una verità già precostituita, produce anzitutto la marginalizzazione della figura del giudice, relegato al ruolo di comparsa, deputato esclusivamente ad assecondare le istanze di punizione. Ciò in contrasto col ruolo di terzietà, imparzialità, equità e autorevolezza assegnatogli dall'ordinamento. Il che – concludono gli avvocati – appare ancor più grave a poche ore dalla celebrazione dell'udienza di terza istanza”. In quella sede, giovedì mattina, il giudice Emiliani deciderà in merito alla richiesta di scarcerazione. Intanto buone notizie per Biljana Baruca, che dopo aver trascorso un paio di giorni in ospedale per il riacutizzarsi delle sue problematiche, si è ripresa tanto da essere stata dimessa in tarda mattinata e riaccompagnata in carcere.
Francesca Biliotti
Mirco Mazzocchi ha incontrato oggi ai Cappuccini il suo avvocato Fabio Di Pasquale, per la prima volta, visto che quando sono scattate le manette per il gendarme, venerdì scorso, il legale non era presente per motivi di salute e aveva delegato un collega. Il militare è accusato di favoreggiamento per aver fornito radio trasmittenti ai due detenuti Claudio Podeschi e Biljana Baruca. Gliele faceva utilizzare poi se le riportava in casa, dove le hanno trovate gli inquirenti. Quando è stato arrestato, Mazzocchi ha negato ogni addebito, ma le telecamere posizionate all'interno e all'esterno del carcere lo avrebbero immortalato, ed è stato l'attento e preciso lavoro della polizia giudiziaria a notare strani movimenti nel vagliare poi le immagini. Lui si sarebbe giustificato dicendo di aver procurato all'ex segretario di Stato solo un caricatore per rasoio elettrico. La perquisizione in casa però gli avrebbe dato torto. Intanto gli avvocati di Podeschi e Baruca parlano di storia sempre più somigliante ad una “spy story” e puntualizzano che nella cella del loro cliente non sono mai stati rinvenuti strumenti idonei a trasmissioni radio. La difesa, scrive, “lamenta il persistere di un corto circuito mediatico giudiziario che oltre a rappresentare le garanzie processuali quali fastidiosi ostacoli sulla strada di una verità già precostituita, produce anzitutto la marginalizzazione della figura del giudice, relegato al ruolo di comparsa, deputato esclusivamente ad assecondare le istanze di punizione. Ciò in contrasto col ruolo di terzietà, imparzialità, equità e autorevolezza assegnatogli dall'ordinamento. Il che – concludono gli avvocati – appare ancor più grave a poche ore dalla celebrazione dell'udienza di terza istanza”. In quella sede, giovedì mattina, il giudice Emiliani deciderà in merito alla richiesta di scarcerazione. Intanto buone notizie per Biljana Baruca, che dopo aver trascorso un paio di giorni in ospedale per il riacutizzarsi delle sue problematiche, si è ripresa tanto da essere stata dimessa in tarda mattinata e riaccompagnata in carcere.
Francesca Biliotti
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