“Col senno di poi”... locuzione ricorrente, nella testimonianza di Andrea Zafferani. Fra le righe il rammarico per non aver dato peso a segnali d'allarme provenienti dalle allora Opposizioni. Ma in quel periodo “non ci si fidava”; era una fase di fortissima conflittualità, ha spiegato. Soffermandosi ad esempio sul dossier che esponenti della DC inviarono alla Reggenza. Ci chiedemmo perché non avessero presentato un esposto in Tribunale; il primo ragionamento fu che “non era una cosa seria”.
Chiamato a riferire sulle dinamiche in CCR - in una delle fasi in assoluto più critiche per la tenuta finanziaria del Paese - l'ex Segretario di Stato ha ribadito come il nome di Confuorti non fosse mai emerso; se non nell'infuocato dibattito politico. L'unico riferimento, ha ricordato, venne in Congresso dal collega alle Finanze, che disse di essere stato invitato ad un convegno. E poi l'operazione Demeter, punto chiave del processo. Nessuna informazione ufficiale – ha sottolineato – giunse dai vertici di Via del Voltone. Il focus, nel periodo in cui era Direttore Savorelli, era sulla difficile situazione di Carisp.
Dalla testimonianza di Zafferani è emerso come le ricette proposte avessero suscitato crescenti perplessità in seno all'Esecutivo di Adesso.sm. Che anche sulla questione Asset avrebbe sollecitato piuttosto la ricapitalizzazione. Ha rimarcato al contempo come l'approccio fosse quello di un pieno rispetto dell'autonomia di Banca Centrale. Fino ai decreti sul “5 ter”: non corrispondenti a desiderata giudicati insostenibili; a quel punto - ha spiegato Zafferani – Savorelli divenne sostanzialmente irreperibile.
A seguire la testimonianza dell'allora responsabile della Vigilanza ispettiva di BCSM; sentito dal Giudice Vico Valentini sugli accertamenti svolti presso il CIS. Divenuti a tutto campo – ha spiegato - a seguito dell'arresto di Daniele Guidi; ha parlato poi di “crediti di fatto inesigibili”, di “operazioni anomale”. Quadro contestato dal Consulente tecnico della Difesa dell'ex Direttore dell'istituto di credito. La rappresentazione fornita nei bilanci – ha detto - era “veritiera”; liquidatorio, invece – a suo avviso -, l'approccio di Banca Centrale nello svalutare il portafoglio crediti.
Nel corso dell'udienza è emerso peraltro come il professionista fosse stato in passato consulente tecnico del CIS. Si era avvalso invece della facoltà di non rispondere, in precedenza, un ex sindaco revisore della banca; il Commissario della Legge aveva accolto la richiesta di testimonianza assistita, trattandosi di persona imputata in altro procedimento. Prossimo step l'11 marzo; fra i testimoni convocati anche il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti.