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Caso Titoli: l'ombra di Confuorti sulle decisioni di Banca Centrale e Carisp

Sentiti come testimoni Matteo Coppola (Boston Consoulting), Luca Boschi e Filippo Francini

di Luca Salvatori
14 mag 2024

L'Advantage Financial di Francesco Confuorti fece da intermediario tra Banca Centrale e la Boston Consoulting Group per l'Aqr del 2017 – l'analisi sulla qualità degli attivi dell'intero sistema bancario sammarinese – e percepì anche una 'fee' e cioè una remunerazione. E' il senso di un passaggio della deposizione di Matteo Coppola, uomo della società internazionale di consulenza che ha parlato di un protocollo di condivisione dei dati a tre, con Bcsm e Advantage Financial.  Dall'aqr, ha dichiarato, emerse un risultato insoddisfacente, “al di sotto del livello internazionale” sia sul modello di governance delle banche, sia per la qualità degli attivi. Di qui la proposta di una “bad bank”, in cui convogliare i crediti non performanti, per far ripartire il sistema, secondo un modello già attuato in Irlanda, Spagna e Grecia.

Ascoltato anche il consigliere Luca Boschi, che all'epoca dei fatti era coordinatore di Civico 10. A proposito del cosiddetto prestito Leiton, in scadenza a fine giugno 2017, ha riferito di essere stato contattato dall'allora direttore di Cassa di Risparmio Dario Mancini - contrario al rinnovo – e che sul dossier ci furono riunioni di maggioranza da cui emerse un orientamento contrario, nonostante le insistenze, in senso opposto, dell'allora Segretario di Stato alle Finanze Celli. Boschi ha anche parlato di dinamiche anomale nel cda di Cassa di Risparmio che varò il bilancio d'esercizio 2016 e poi anche di pressioni da parte del direttore generale di Banca Centrale Savorelli che – ha detto – arrivò addirittura a minacciare di commissariare Carisp inducendo il Governo a varare rapidamente un decreto che introduceva anche il parere del Ccr sui provvedimenti di rigore che altrimenti erano di competenza esclusiva di Banca Centrale.

Citata, dal consigliere, anche una confidenza che gli fece Nicola Romito, presidente del Cda di Cassa di Risparmio che approvò il bilancio 'monstre' con un passivo da 534 milioni: “Mi raccontò – ha dichiarato Boschi – di essere stato ingaggiato di fatto da Confuorti”.

Ultimo testimone di giornata Filippo Francini, membro del Cda di Cassa di Risparmio – indicato dalla Fondazione San Marino - e vicepresidente della banca da aprile 2017 a giugno 2019. Ha confermato di essersi astenuto sul bilancio definitivo 2016 e di aver votato contro il rinnovo del prestito Leiton, nonostante venisse caldeggiato dal presidente Zanotti. “Ero tenuto all'oscuro di gran parte delle informazioni sui dossier più importanti” - ha spiegato – precisando che erano gestiti da comitati interni diretti dai membri del Cda Borri, Cotella e Cartanese.





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