Ancora soldi del clan Misso ritrovati a San Marino: lo rivela l'ultima operazione della Direzione Investigativa Antimafia.
Confisca di beni nei confronti dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Candurro, esponenti di vertice del sodalizio criminoso del clan Misso, storico gruppo camorristico capeggiato da Giuseppe Misso e che dagli anni '80 fino al 2000 aveva determinato strategie e assetti criminali di Napoli, ben radicato nel quartiere Sanità.
Dall'operazione della Dia emergono, ancora una volta, depositi bancari che il clan aveva aperto a San Marino. Non è la prima volta infatti, che il nome della Repubblica si lega a quello dei Misso: già nel luglio 2017 la relazione semestrale della Dia riferiva di sequestri bancari, nell'agosto 2016, per un valore di 100mila euro sempre riconducibili a due esponenti di vertice del clan, cassieri e uomini di fiducia del capo. Anche questa volta, grazie a rogatorie internazionali, la Dia ha acquisito documentazione bancaria soprattutto presso istituti elvetici, a conferma che Vincenzo Candurro, detto Enzo 'o barbiere poiché titolare, in passato, di una barberia nel centro di Napoli, fosse diventato l'uomo di fiducia del boss Giuseppe Misso.
L'Antimafia ha dunque confiscato 17 unità immobiliari, 7 società, 1 rivendita di tabacchi e valori bollati, 8 tra auto e motoveicoli, 6 polizze assicurative per un valore di oltre 9 milioni di euro, e 16 depositi bancari, di cui due in essere nella Repubblica di San Marino.
Francesca Biliotti
Confisca di beni nei confronti dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Candurro, esponenti di vertice del sodalizio criminoso del clan Misso, storico gruppo camorristico capeggiato da Giuseppe Misso e che dagli anni '80 fino al 2000 aveva determinato strategie e assetti criminali di Napoli, ben radicato nel quartiere Sanità.
Dall'operazione della Dia emergono, ancora una volta, depositi bancari che il clan aveva aperto a San Marino. Non è la prima volta infatti, che il nome della Repubblica si lega a quello dei Misso: già nel luglio 2017 la relazione semestrale della Dia riferiva di sequestri bancari, nell'agosto 2016, per un valore di 100mila euro sempre riconducibili a due esponenti di vertice del clan, cassieri e uomini di fiducia del capo. Anche questa volta, grazie a rogatorie internazionali, la Dia ha acquisito documentazione bancaria soprattutto presso istituti elvetici, a conferma che Vincenzo Candurro, detto Enzo 'o barbiere poiché titolare, in passato, di una barberia nel centro di Napoli, fosse diventato l'uomo di fiducia del boss Giuseppe Misso.
L'Antimafia ha dunque confiscato 17 unità immobiliari, 7 società, 1 rivendita di tabacchi e valori bollati, 8 tra auto e motoveicoli, 6 polizze assicurative per un valore di oltre 9 milioni di euro, e 16 depositi bancari, di cui due in essere nella Repubblica di San Marino.
Francesca Biliotti
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