Commette un furto, viene visto e poi riconosciuto da un testimone, ma per declinare ogni responsabilità si presenta in questura a sporgere denuncia per calunnia. Solo che nell'ufficio denunce ha incontrato proprio il derubato e il testimone che a loro volta erano andati per segnalare l'episodio. Così, un albanese di 32 anni ha finito con l'essere denunciato per furto. E' successo sabato alle 12.30. Lo straniero è riuscito a entrare nello spogliatoio della fabbrica dove lavora un suo connazionale 35enne (il derubato) e un senegalese di 48 anni (il testimone). Qui ha preso da un armadietto i pantaloni del 35enne con dentro il portafoglio (dove c'erano 310 euro in contanti) ma il senegalese l'ha visto e gli ha intimato di fermarsi. L'abanese è scappato e si è dileguato. Il senegalese ha raccontato tutto al collega che, da alcune indicazioni (il fatto che balbettava e la descrizione fisica) ha capito chi fosse. La conferma è stata data dalla foto su Facebook. L'albanese allora ha chiamato il ladro (suo conoscente) e gli ha chiesto un appuntamento al quale si è presentato con il senegalese ma il 32enne ha negato ogni addebito minacciando querela. Fra l'altro, il responsabile del furto, nel pomeriggio era stato visto dalla nipote del derubato in una sala slot. Tutti e tre gli uomini hanno scelto lo stesso momento per presentarsi in questura, con motivazioni diverse, e alla fine il 32enne è stato denunciato per furto.
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