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Conto Mazzini: chiesta la conferma delle condanne e il risarcimento allo Stato

Oggi l'arringa finale della Parte Civile e la requisitoria della Procura del Fisco. Il 9 novembre tocca alla difesa Podeschi

di Luca Salvatori
24 nov 2020

I 16 imputati devono essere condannati alle pene decise in primo grado e risarcire lo Stato con una somma da quantificare in sede civile. Queste la conclusioni a cui è giunto il collegio legale di parte civile, formato da Alessandro e Antonella Monteleone e, per l'Avvocatura dello Stato, da Sabrina Bernardi. Anche la Procura del Fisco, rappresentata da Roberto Cesarini e Giorgia Ugolini, ha chiesto la conferma della sentenza del 29 giugno 2017, decisa dal Giudice Gilberto Felici. 

Secondo l'accusa i 16 imputati, compresi 8 ex Segretari di Stato, erano d'accordo fin dal 2010 nella spartizione di tangenti che sarebbero state, in gran parte, distribuite attraverso Banca Commerciale con libretti al portatore. Di qui le accuse di associazione a delinquere e riciclaggio oltre a quella di false comunicazioni sociali, per le quali sono accusati a vario titolo gli imputati.

Le difese, come già emerso nelle precedenti udienze d'appello, puntano alla nullità del processo sostenendo una gestione collegiale del procedimento tra inquirente, giudicante e magistrato dirigente dell'epoca. Per dimostrare questa tesi potranno utilizzare anche la relazione della commissione di inchiesta su banca Cis che coinvolge direttamente il commissario della legge Buriani, giudice simbolo del Conto Mazzini, come lo fu a suo tempo Di Pietro per la tangentopoli italiana. Già presentate anche eccezioni di legittimità costituzionale. Dalla prossima udienza, fissata per il 9 dicembre, cominceranno le arringhe difensive a partire da quelle per gli imputati Claudio Podeschi e Stefanos Balafoutis.  



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