"Rimpiango soltanto di aver avuto ai miei ordini ufficiali che non sono stati all'altezza": lo ha detto il comandante Schettino a Le Figaro, quotidiano francese, che lo ha intervistato a un anno dal naufragio della Costa Concordia. "Tutti - dice Schettino - pensano che il comandante diriga una nave come si guida un autobus, un'automobile, una moto, un treno o un aereo. Ma il comandante agisce veramente solo quando fa la manovra per entrare o uscire dal porto. Tutto il resto, non esiste. Durante tutto il resto della navigazione, sono gli ufficiali designati che agiscono, altrimenti il comandante dovrebbe restare sveglio per cinque mesi! Di tutti questi ufficiali e di tutto questo personale, non so se per timore o per eccessivo rispetto, nemmeno uno mi ha avvertito di quello che stava succedendo veramente". Schettino aggiunge di non sentirsi un "capro espiatorio": "sono convinto che la verità si imporrà alla fine. Finora ho voluto assistere a tutte le udienze del processo, senza mancarne neppure una per spiegare quello che è davvero accaduto. Per me, il fatto di assistere sistematicamente è soprattutto un segnale di rispetto verso le vittime, ma anche nei confronti dei superstiti". Il comandante dice di aver fiducia nella giustizia italiana: "ho visto giudici disposti a capire quello che era successo senza condannarmi a priori. Sono convinto che la verità verrà a galla. Come volete che si condanni una persona che ha subito un naufragio? E perché non indagare anche su un armatore che ha costruito una nave con porte stagne che non funzionavano?". (ANSA).
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