Il caso del Crocifisso attribuito a Michelangelo, tuttora conservato a San Marino nel Caveau di Banca Centrale, in seguito ad una complessa vicenda giudiziaria, finisce in Cassazione. Quando stava per essere riconsegnato ad Angelo Boccardelli, il Gip di Rimini, lo scorso 10 luglio, ne ha disposto la confisca. L'avvocato Francesco Ciabattoni, difensore di Boccardelli, ha deciso di impugnare l'ordinanza, basando il ricorso su una serie di motivazioni. Innanzitutto la accertata provenienza lecita dell'oggetto dal Libano - e non da un mercatino di Porta Portese, come sostenuto da un testimone - il principio del “ne bis in idem” ed anche vizi formali, come il difetto di notifica dell'udienza del 10 luglio a Rimini al co-indagato Giorgio Hugo Balestrieri oltre all'indeterminatezza dell'oggetto dell'udienza.
"Crocifisso di Michelangelo": il caso finisce in Cassazione
Presentato ricorso all'ordinanza di confisca del Gip di Rimini, dello scorso 10 luglio
26 lug 2019
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