Al via gli accertamenti irripetibili sulle tracce biologiche dalle quali potrebbe emergere l'identità del killer di Pierina Paganelli, la 78enne assassinata il 3 ottobre a Rimini. L'11 giugno ad Ancona, primi test su tutte le tracce rinvenute sul cadavere, sui vestiti e sugli oggetti personali. Alla presenza dei difensori, l'avvocato Riario Fabbri, la criminologa Roberta Bruzzone e dell'unico indagato, il senegalese, Louis Dassilva, vicino di casa della vittima, si estrarrà il dna dai tamponi eseguiti per escludere la violenza sessuale.
Il 12 giugno i test si sposteranno nei laboratori della polizia scientifica a Roma, dove saranno analizzate le tracce rinvenute sugli oggetti sequestrati a casa dell'indagato e nel garage. Anche in questo caso saranno presenti i difensori ed eventualmente gli avvocati delle parti offese. E' di ieri infatti la notizia che al senegalese Louis Dassilva è stata comunicata l'iscrizione nel registro degli indagati.
Convocato in questura ieri sera è stato anche sottoposto ad un doppio tampone orale per il dna. Tampone al quale il senegalese, vicino della vittima, si è sottoposto consensualmente. Interrogata come persona informata sui fatti anche Valeria Bartolucci, la moglie di Dassilva, che non è indagata e che ha sempre difeso il marito, nonostante il tradimento con la nuora della vittima.
Proprio sul triangolo amoroso hanno da subito ruotato le indagini, alla ricerca di un possibile movente. La donna avrebbe confermato l'alibi del marito, difendendolo ancora una volta.