Un commercialista di 42 anni, un ragioniere di 61, entrambi piombinesi, e una collaboratrice polacca di 51, sono stati arrestati ieri dalla guardia di finanza di Livorno in esecuzione di un provvedimento del gip di Livorno con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata ad evasione fiscale e bancarotta fraudolenta. Sono ritenuti i principali responsabili di un articolato sistema per la commercializzazione di prodotti informatici all'ingrosso attraverso internet mediante una società con sede a Piombino (Livorno). "Un'inchiesta complessa - ha spiegato il procuratore capo di Livorno Francesco DeLeo - perché oltre alle difficoltà del sistema fraudolento che era stato creato si sono dovute eseguire anche rogatorie all'estero, in Svizzera e San Marino". Secondo quanto emerso dalle indagini, da cui risultano anche altri 17 indagati, i tre arrestati (i 2 uomini sono in carcere mentre la donna è ai domiciliari) a fronte di un volume di vendita di 40 milioni di euro, avrebbero evaso circa 15 milioni di imposte dovute all'Erario sottraendosi anche al pagamento dei creditori. La guardia di finanza ha ricostruito il complesso sistema di scatole cinesi per cui i ricavi della società finivano su conti correnti di San Marino che poi venivano smistati su conti di altre aziende fittizie dislocate sul territorio nazionale. Oltre agli arresti effettuati sono stati eseguite perquisizioni e sequestri di beni immobili per un valore di 2 milioni di euro e quote societarie per un valore nominale di oltre 1,3 milioni.
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