Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno arrestato 4 persone, appartenenti a un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di "una pluralità di fatti di bancarotta" e frode fiscale. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, hanno avuto origine dal fallimento della ditta "Cuscinetti e componenti S.r.l.", dichiarato alla fine del 2014 dal locale Tribunale, dedita alla commercializzazione di cuscinetti e componenti meccanici.
Gli approfondimenti svolti hanno fatto emergere l'operatività di una decina di imprese con sede in Italia, nella Repubblica di San Marino e in Svizzera riconducibili a un unico sodalizio. In particolare, una volta accumulati ingenti debiti tributari, le bad companies venivano intestate a compiacenti "prestanome" e il "pacchetto" dei clienti veniva trasferito a nuove entità giuridiche (good companies), che, peraltro, avevano denominazioni molto simili alle precedenti. Per la sistematica evasione delle imposte, che non versavano, le società potevano vendere i prodotti a prezzi molto convenienti, inferiori del 15-20% rispetto a quelli praticati dalla concorrenza, alterando così il mercato del settore.
Il Gip evidenzia la "spiccata propensione al crimine da parte degli indagati che non hanno mostrato alcuna remora nell'utilizzare le diverse società allo scopo di realizzare il loro programma delinquenziale, evadendo imposte per somme di assoluto rilievo", pari a oltre 14 milioni di euro. Il capo era Francesco Rotundi, di 67 anni, secondo gli investigatori, promotore e organizzatore del sistema. Patrizia Retrosi, di 57, compagna del capo, curava la parte commerciale dell'attività e i rapporti con i clienti.
Agli altri due sono stati gli arresti domiciliari: Augusto Seffer, di 73 anni, e Francesco Di Gruso , di 63 anni, considerati i "prestanome" e a cui formalmente veniva affidato l'incarico solo formale di amministratori in varie società del "gruppo".
Gli approfondimenti svolti hanno fatto emergere l'operatività di una decina di imprese con sede in Italia, nella Repubblica di San Marino e in Svizzera riconducibili a un unico sodalizio. In particolare, una volta accumulati ingenti debiti tributari, le bad companies venivano intestate a compiacenti "prestanome" e il "pacchetto" dei clienti veniva trasferito a nuove entità giuridiche (good companies), che, peraltro, avevano denominazioni molto simili alle precedenti. Per la sistematica evasione delle imposte, che non versavano, le società potevano vendere i prodotti a prezzi molto convenienti, inferiori del 15-20% rispetto a quelli praticati dalla concorrenza, alterando così il mercato del settore.
Il Gip evidenzia la "spiccata propensione al crimine da parte degli indagati che non hanno mostrato alcuna remora nell'utilizzare le diverse società allo scopo di realizzare il loro programma delinquenziale, evadendo imposte per somme di assoluto rilievo", pari a oltre 14 milioni di euro. Il capo era Francesco Rotundi, di 67 anni, secondo gli investigatori, promotore e organizzatore del sistema. Patrizia Retrosi, di 57, compagna del capo, curava la parte commerciale dell'attività e i rapporti con i clienti.
Agli altri due sono stati gli arresti domiciliari: Augusto Seffer, di 73 anni, e Francesco Di Gruso , di 63 anni, considerati i "prestanome" e a cui formalmente veniva affidato l'incarico solo formale di amministratori in varie società del "gruppo".
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