Da questa mattina Nicolas Sarkozy si trova in stato di fermo all'ufficio anti-corruzione della polizia di Nanterre. L'accusa, per lui, è di aver ricevuto finanziamenti illegali - per la vittoriosa campagna elettorale del 2007 - da Muhammar Gheddafi. Lo stesso leader libico che sarebbe stato poi barbaramente ucciso, al termine dell'intervento militare del 2011, fortemente voluto proprio dall'ex inquilino dell'Eliseo. Che tra i veri motivi di quell'operazione, vi fosse l'intento di occultare le prove di questo presunto scandalo, lo avevano ventilato diversi commentatori, sin dall'inizio. Ora, potrebbe essere il momento della resa dei conti. "La magistratura francese si era mossa da tempo - afferma il Presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, Daniele Scalea - ma la gravità delle accuse e il ruolo del personaggio hanno imposto una grande prudenza. A inizio anno c'è stato un arresto chiave in questa indagine; e ciò ha avuto conseguenze importanti nel favorire il fermo". L'accelerazione impressa dall'ex Presidente francese, portò poi all'operazione a guida NATO, con la conseguente sconfitta delle forze lealiste, e la successiva disgregazione della Libia. Un intervento definito “umanitario”, ma che provocò decine di migliaia di vittime. Gli effetti, oggi, sono sotto gli occhi di tutti: a partire dall'esplosione della crisi migratoria.
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