Furti in appartamento, nelle camere dei residence, ricettazione ed estorsione: le accuse mosse dal gip del Tribunale di Rimini, Benedetta Vitolo, che hanno portato in carcere, l'ex gestore del 'Bobo' noto locale di Misano Adriatico, Pietro Lafabiana, 38 anni originario di Altamura (Bari) e la sua compagna, Diana Monno, 36 anni anche lei pugliese, ex 'ombrellina' ai MotoGp del circuito di Misano Adriatico. Monno, che ha gestito un bar, nel 2015 aveva raccontato la sua esperienza a un quotidiano locale dove non aveva fatto mistero del suo successo con la clientela maschile come 'barista sexy'. Ai domiciliari, nell'ambito della stessa indagine coordinata dal pm Davide Ercolani, e condotta dai carabinieri di Riccione, è finito il fratello di lui, mentre ha l'obbligo di firma per ricettazione di un orologio un 53enne di Fano. Proprio indagando su un incendio al 'Bobo' i carabinieri sono arrivati sulle stracce della coppia pugliese, difesa dagli avvocati Stefano Caroli e Luca Greco, e hanno scoperto alcune coincidenze che hanno portato agli accertamenti su alcuni furti commessi in residence di Riccione.
Stando alle indagini della Procura, il barese è estraneo all'incendio del locale, ma implicato nei furti. I due, impossessandosi delle chiavi delle stanze, avrebbero fatto razzia di effetti personali degli ospiti. Inoltre, dalle camere prendevano le chiavi delle vetture, Mercedes e Audi, che facilmente rubavano. Tra gli episodi contestati ai due pugliesi anche l'estorsione ai danni di una dipendente del bar gestito dalla donna.
Nel servizio l'intervista Marco Califano, comandante carabinieri Riccione