36 milioni di euro, frutto di una maxifrode al fisco, depositati in 2 conti presso un istituto di credito sammarinese: l'ex IBS. Ne sono certi i vertici del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone, che hanno portato a termine un'indagine - in collaborazione con la Procura - che ha visto l'attiva collaborazione dell'Autorità Giudiziaria del Titano, tramite rogatorie internazionali. 2 professionisti ciociari di 50 e 56 anni - con attività connessa al settore edile e immobiliare – dal 2006 al 2013 avevano sistematicamente frodato il fisco. 42 milioni di euro – in totale – la somma sottratta all'erario. Gran parte di questa – secondo le Fiamme Gialle – era stata depositata in fondi in Repubblica, grazie alla complicità di 4 funzionari bancari italiani, indagati ora per abusivo esercizio di attività finanziaria e riciclaggio. Attraverso sofisticate operazioni bancarie avevano trasformato l'originaria provvista - derivante dal "nero" dell'attività professionale - in apparenti depositi personali all'estero, al riparo dall'occhio del fisco italiano. Tra questi funzionari anche un promotore finanziario già noto – a quanto pare – ai Giudici sammarinesi. I 2 professionisti ciociari, invece, dovranno rispondere del reato di frode fiscale. “Il Tribunale di San Marino – ha affermato il tenente colonnello Michele Mongili, della Guardia di Finanza di Frosinone, che ha condotto le indagini – ha fornito la più assoluta collaborazione, dialogando in maniera sinergica con la Procura. In questo modo è stato possibile arrivare ad acclarare le disponibilità finanziarie traslate sul Titano all'ex IBS; un personaggio che aveva un ruolo apicale in questa banca – sottolinea Mongili -, era al corrente di tutto ed è pienamente coinvolto nella vicenda. Probabilmente verrà perseguito sia dalla Giustizia sammarinese che da quella italiana”. Nessun nome, al momento; l'operazione – sottolineano le Fiamme Gialle - è ancora in corso e presto altre persone potrebbero essere indagate
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