
Gli imputati sono un gendarme e suo cugino accusati in concorso di favoreggiamento o abuso d’autorità. I fatti risalgono al 22 agosto 2020. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il militare sarebbe stato avvisato dal cugino di una imminente cessione di marijuana in programma a Domagnano, da parte di una giovane coppia. La soffiata sarebbe stata accompagnata dalla richiesta di "proteggere" la ragazza, facendo ricadere ogni responsabilità sul compagno. Sempre secondo l'accusa, il gendarme avrebbe poi suggerito alla giovane di disfarsi della droga — che teneva nascosta nel reggiseno — e occultarla sotto il tappetino dell’auto, dove effettivamente fu ritrovata durante il controllo. A riferire questa versione è stata proprio la ragazza nel processo, già definitivo, per detenzione e spaccio in cui, insieme al compagno, ha già patteggiato una condanna. La sua testimonianza è ora attesa all’udienza del 18 aprile, insieme a quella di altri testimoni. Nella giornata odierna sono stati sentiti alcuni gendarmi, che hanno di fatto 'scagionato' il collega. In aula è comparso anche il giovane che, all’epoca dei fatti, avrebbe dovuto acquistare la marijuana a Domagnano: ha dichiarato che il cugino del gendarme, autore della 'soffiata', nutriva all'epoca un interesse — apparentemente di natura sentimentale — nei confronti della ragazza, principale accusatrice dei due imputati. Prima dell'udienza, lette alcune sentenze d'appello. Dopo la condanna in primo grado dichiarata la prescrizione del reato di offesa a pubblico ufficiale, per Mattia Manzaroli e Nicholas Perpiglia, autori di un comunicato del movimento indipendenza sammarinese contro i vertici di Banca Centrale. Assolto per tenuità del fatto un esercente che ritoccava al rialzo – 10 euro la cifra realmente accertata - le transazioni attraverso la Smac.