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Giulio Lolli a processo per terrorismo: lui si dichiara innocente e la difesa chiede la revoca dell'arresto o i domiciliari

Il 14 ottobre a Roma prima udienza in Corte d'Assise. Il 23 settembre l'atto finale del processo "Rimini Yacht"

di Luca Salvatori
30 lug 2020
Il rientro di Giulio Lolli in Italia
Il rientro di Giulio Lolli in Italia

In attesa del processo in cui è imputato di terrorismo internazionale e traffico d'armi, Giulio Lolli chiede la scarcerazione o gli arresti domiciliari. A Rimini intanto, a settembre, l'atto finale del processo Rimini Yacht.

La notifica del procedimento per terrorismo venne consegnata a Lolli lo scorso 1° dicembre appena atterrato in Italia, dopo l'espulsione dalla Libia dove era stato condannato all'ergastolo. All'ex patron di Rimini Yacht la Procura di Roma contesta l'appartenenza all'organizzazione Majlis Shura Thuwar Bengasi – e cioè il Consiglio Consultivo dei Rivoluzionari di Bengasi – e il traffico d'armi. In udienza preliminare l'avvocato difensore Claudia Serafini ha sostenuto che Lolli non ha mai aderito a quell'organizzazione ma ha invece fatto parte della “Forze Rivoluzionarie della Marina di Tripoli” fedeli al Governo di Al Sarraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite. Nulla a che fare, dunque, col terrorismo ma – è la tesi della difesa - contrasto dell'immigrazione clandestina e trasporto dei feriti dai fronti di combattimento con l'Isis e le forze di Haftar.

Lolli è accusato anche di traffico d'armi perché durante un controllo nel Golfo della Sirte, operato, il primo maggio 2017, da una unità navale dell'operazione 'europea' “Sophia”, venne sequestrato sul natante “Mephisto” un arsenale di armi da guerra. Secondo il Pm Lolli era il proprietario di quella barca, anche se non era a bordo. Lolli invece sostiene di aver solo intermediato l'acquisto. Il Gup ha deciso per il rinvio a giudizio e nel processo che comincia il 14 ottobre in Corte d'Assise a Roma dovranno essere vagliate dunque le due tesi contrapposte: quella sostenuta dalll'accusa, sulla scorta delle indagini dei Ros e delle informazioni dell'Aise e quella della difesa secondo la quale Lolli è totalmente estraneo al terrorismo e al traffico d'armi ed anzi, durante la permanenza in Libia, ha contrastato l'Isis e Haftar.

Su tutta questa vicenda sono pendenti in Cassazione anche una eccezione di giurisdizione ed una richiesta di concessione degli arresti domiciliari.

Lolli, intanto, si trova in carcere a Rossano Calabro ed ha ottenuto di essere separato dagli altri detenuti accusati di terrorismo islamista, temendo per la propria incolumità. Ancora prima del processo per terrorismo è in programma a Rimini, il prossimo 23 settembre, l'udienza finale del processo Rimini Yacht in cui Lolli è accusato di truffa, estorsione, associazione a delinquere e falso documentale, per la vendita delle stesse imbarcazioni a diversi acquirenti. Nell'ultima udienza il Pm Ercolani avrebbe già preannunciato la richiesta di assoluzione per l'estorsione, mentre restano in piedi le altre ipotesi di reato. L'ex imprenditore ha intanto accumulato già due condanne passate in giudicato per altri filoni di Rimini Yacht: 4 anni e 3 mesi, patteggiati a Bologna, per corruzione, bancarotta e reati tributari e 5 anni e mezzo a San Marino per truffa e falsità ideologica in atto pubblico anche se – precisa il suo avvocato Antonio Petroncini - “non mi risulta che Lolli sia mai stato informato di un processo a suo carico a San Marino”.


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