Prima imprenditore di grido della Rimini Yacht, poi la maxi-truffa della vendita della stessa barca a più acquirenti, reiterata decine di volte; il mandato di cattura, la fuga in Libia nel 2010 con l'imbarcazione del faccendiere Flavio Carboni, un duplice arresto e la condanna all'ergastolo nel 2017 nel paese nord-africano per la militanza attiva nella guerra civile, l'estradizione in Italia dove si trova in carcere da quasi 4 anni. Giulio Lolli, spesso accostato alla figura del pirata, ora avrebbe la concreta speranza di poter accedere a misure alternative alla detenzione per scontare il residuo di pena. Secondo il Corriere Romagna, potrebbe addirittura uscire entro l'anno dal carcere della Dozza di Bologna dove è attualmente recluso. Un'ipotesi, fondata su complesse dinamiche giudiziarie, che però è considerata ottimistica dal suo stesso avvocato Antonio Petroncini. Tutto dipenderà dalla decisione della Cassazione attesa ad ottobre. “E' combattivo come sempre” fa sapere il legale.
Mistero, invece, sulla condanna che Lolli ha ricevuto a San Marino nel 2015: 5 anni e mezzo per truffa e falso ideologico. “Non ne sappiamo nulla. Non ci è mai stata notificata” commenta l'avvocato Petroncini.